La criminalità organizzata in Europa, “una grave minaccia per la sicurezza interna dell’Unione”

La criminalità organizzata in Europa, “una grave minaccia per la sicurezza interna dell’Unione”
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Nel mondo discreto dell’intelligence criminale si tratta di una piccola rivoluzione: non più studiare la criminalità organizzata attraverso i mercati illegali in cui investe, ma analizzarne la struttura stessa. Da questo punto di vista, la panoramica delle 821 organizzazioni criminali più minacciose d’Europa, stilata da Europol, l’agenzia europea per la cooperazione di polizia, risulta agghiacciante. Secondo lo studio e gli elementi più riservati a cui Il mondo avuto accesso, le reti da lui descritte, potenti, operano secondo gli standard delle vere e proprie multinazionali del crimine. “Una grave minaccia per la sicurezza interna dell’Unione europea”, si legge nel documento di 60 pagine pubblicato il 5 aprile, che descrive un fenomeno in rapida espansione.

A differenza di altri stati, come l’Italia o i Paesi Bassi, la Francia non appare realmente come la base posteriore di organizzazioni tentacolari, ma piuttosto come un bersaglio per le reti di importazione di droga o, cosa più sorprendente, per le reti di ladri itineranti. Ma se “Reti criminali composte esclusivamente da membri francesi” operano prevalentemente sul territorio nazionale, si estendono anche, grazie a “collegamenti con più di quindici altri paesi, tra cui Belgio, Paesi Bassi, Portogallo e Spagna nell’Unione Europea, oltre agli Emirati Arabi Uniti”spiega l’Europol.

L’interesse dello studio risiede in un approccio nuovo, se non innovativo: quando i rapporti delle organizzazioni internazionali si concentrano generalmente sulla descrizione di settori di attività illegali, come il traffico di droga o la delinquenza informatica, ciò fornisce un primo piano sui gruppi criminali stessi, la loro struttura, il livello di controllo territoriale che sono in grado di esercitare, la loro longevità, le loro strategie di cooperazione. “Si tratta di un cambiamento completo nella metodologia”, spiega Claire Georges, responsabile della comunicazione di Europol. Per “rendere visibile l’invisibile”aggiunge Catherine De Bolle, direttore esecutivo dell’organizzazione internazionale, nella prefazione al rapporto.

Un “ricorso ad una struttura commerciale legale”

Quest’ultimo riassume i contributi dei ventisette Stati membri dell’Unione Europea e di una decina di paesi terzi, il cui elenco preciso non è comunicato, ma che comprende, secondo le nostre informazioni, gli Stati Uniti, diversi paesi dell’America Latina o l’Australia . Dopo aver definito un certo numero di indicatori comuni (livello di corruzione, infiltrazione nell’economia legale, ricorso alla violenza), tutti hanno risposto ad un dettagliato questionario redatto da Europol. Nessun nome, nessun volto, però, in queste 60 pagine. Questi vengono registrati in una versione ultra riservata trasmessa ai servizi specializzati degli Stati interessati. Questo vero e proprio elenco internazionale della criminalità organizzata conta non meno di 25.000 membri.

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