Gli aiuti sanitari dell’UE soffrono di uno scarso coordinamento sul campo (rapporto)

Gli aiuti sanitari dell’UE soffrono di uno scarso coordinamento sul campo (rapporto)
Gli aiuti sanitari dell’UE soffrono di uno scarso coordinamento sul campo (rapporto)
-

In alcuni casi, nonostante gli investimenti di diversi donatori, i medicinali e i vaccini erano disponibili solo in piccole quantità e gli articoli essenziali erano esauriti per diversi mesi, evidenzia una recente relazione della Corte dei conti europea.

Secondo una recente relazione della Corte dei conti europea, gli aiuti sanitari dell’Unione europea (UE) ai paesi partner si trovano ad affrontare seri problemi di coordinamento e sostenibilità. Nonostante i notevoli investimenti, in particolare più di 3 miliardi di euro per i periodi 2007-2013 e 2014-2020, i revisori dei conti sottolineano carenze nella distribuzione di attrezzature mediche, medicinali e nella gestione dei progetti sul campo.

In alcune cliniche, nonostante i finanziamenti di diversi donatori, gli scaffali rimangono vuoti e le scorte di medicinali essenziali sono insufficienti. Il rapporto evidenzia inoltre che i costi di gestione dei progetti sanitari sono elevati, talvolta il doppio rispetto all’importo effettivamente stanziato per alcune categorie, come la salute materna e infantile.

« I fondi dell’UE dovrebbero essere utilizzati in modo più efficace, anche migliorando i criteri di assegnazione dei finanziamenti e garantendo la sostenibilità dei progetti », ha affermato George-Marius Hyzler, membro della Corte dei conti europea responsabile del controllo, in una nota ricevuta dall’APA questo mercoledì.

I revisori dei conti hanno analizzato progetti in Burundi, Repubblica democratica del Congo e Zimbabwe. Hanno scoperto che lo scarso coordinamento a livello distrettuale e la debole analisi dei bisogni portavano al sottoutilizzo delle attrezzature e a frequenti scorte di farmaci.

« Nonostante gli investimenti di diversi donatori, le medicine e i vaccini spesso scarseggiavano e i beni essenziali non erano disponibili per diversi mesi », deplora la relazione.

La questione della sostenibilità è un altro punto critico. I governi beneficiari non hanno le risorse di bilancio per portare avanti i progetti una volta ritirati gli aiuti internazionali. Le attrezzature donate non sempre sono ben manutenute, a causa della mancata valutazione preventiva dei bisogni e delle scelte tecniche inadeguate.

Di fronte a queste sfide, la Corte dei conti invita la Commissione europea a rivedere le proprie strategie di finanziamento, a garantire che i progetti siano meglio coordinati e a stabilire piani di transizione chiari per evitare un’eccessiva dipendenza dagli aiuti esterni.

Il rapporto raccomanda inoltre una migliore visibilità degli aiuti europei, che spesso sono sconosciuti alle popolazioni beneficiarie quando sono mescolati con quelli di altri donatori.

ARD/ac/APA

-

PREV “Ho dovuto strisciare sul pavimento per andare in bagno! »
NEXT questa nota confidenziale che mette in guardia dalla pressione migratoria