Giorgia Meloni accusata di mettere in ginocchio cultura e media in Italia – rts.ch

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Il governo di Giorgia Meloni è accusato di ingerenza nella cultura e nei media in Italia. Questo fine settimana, uno scrittore ha visto cancellare la sua apparizione alla televisione pubblica. Avrebbe dovuto parlare del suo punto di vista sul rapporto del leader nazionalista della destra con il fascismo. Il presidente del Consiglio smentisce tuttavia qualsiasi censura.

Da quando è salito al potere un anno e mezzo fa, il governo di Giorgia Meloni ha rassicurato i funzionari occidentali del suo impegno europeo e atlantista. A differenza di altri leader della sua famiglia politica, ad esempio, ha adottato una posizione ferma contro il governo russo.

Nel suo paese, tuttavia, alcune voci denunciano un allineamento del mondo culturale e mediatico.

L’ultimo episodio risale allo scorso fine settimana. Lo scrittore Antonio Scurati sarebbe apparso sulla televisione pubblica in occasione dell’anniversario della Liberazione d’Italia, in qualità di autore di una trilogia di romanzi su Mussolini. Ha ricevuto il premio Strega, l’equivalente del Goncourt in Italia, per il primo volume della serie.

Ma mentre stava per partire per gli studi di Roma, ha ricevuto un messaggio dalla RAI che lo informava che era stato cancellato. Lo scrittore accusa il canale italiano di censura.

Voleva rievocare il feroce assassinio, nel 1924, del deputato socialista Giacomo Matteotti, raccontare le modalità del suo rapimento e della sua eliminazione da parte degli squadristi fascisti.

“Cultura neofascista”

Per concludere il suo monologo di pochi minuti, che doveva andare in onda sul terzo canale della Rai, Antonio Scurati ha voluto ricordare che l’attuale presidente del Consiglio Giorgia Meloni non si è mai del tutto allontanata da questa storia fascista.

La censura dell’intervento di Antonio Scurati è stata decisa all’ultimo momento senza avvisare Serena Bortone, la conduttrice del programma. Sabato sera ha deciso di leggere lei stessa il testo.

«Dopo aver evitato di affrontare l’argomento in campagna elettorale – si legge – la presidente del Consiglio si è mantenuta ostinatamente fedele alla linea ideologica della sua cultura neofascista d’origine quando è stata costretta a “affrontare la questione in occasione di anniversari storici”. . Prese le distanze dalle indifendibili brutalità perpetrate dal regime, come la persecuzione degli ebrei, senza mai rinnegare l’esperienza fascista nel suo complesso.”

>> Vedi ancora nel Focus:

Nostalgia dei valori di Benito Mussolini in Italia / Focus / 13 min. / 18 settembre 2022

La Meloni pubblica il testo su Facebook

Giorgia Meloni ha assicurato di non essere lei all’origine di questa censura. La leader ha addirittura pubblicato il testo di Antonio Scurati sulla sua pagina Facebook per provare a dimostrare la sua buona fede.

Ma, allo stesso tempo, ha suggerito, contro ogni evidenza, che il monologo fosse stato cancellato per ragioni di denaro. Antonio Scurati per il suo intervento avrebbe dovuto ricevere 1.800 euro. Questo è molto rispetto a quanto guadagna la gente comune, ha sostenuto, denunciando anche la “propaganda di sinistra”.

Lo scrittore italiano Antonio Scurati nel 2019. [AURIMAGES via AFP – ULF ANDERSEN]

In ogni caso, ormai da mesi il nuovo governo ha preso il potere nel settore della radiodiffusione pubblica, in particolare per produrre fiction sul periodo fascista. È stata invece dimenticata, ad esempio, una serie di programmi sulla criminalità organizzata, curati da Roberto Saviano.

Querela per diffamazione

Luciano Canfora sarà processato per aver chiamato Giorgia Meloni a
Luciano Canfora sarà processato per aver definito Giorgia Meloni una “neo-nazista nell’animo”. [Wikimedias Commons – Antonio Pignato]

Più in generale, c’è un’offensiva contro la stampa e contro alcuni intellettuali. È in particolare il caso del noto professore di storia antica Luciano Canfora, 81 anni, querelato per diffamazione da Giorgia Meloni per averla definita «neo-nazista nell’animo».

Luciano Canfora ha spiegato che si riferisce alle origini storiche del suo partito Fratelli d’Italia. L’intellettuale sarà giudicato il 7 ottobre. Il presidente del Consiglio chiede 20mila euro di danni.

«Naturalmente ognuno di noi ha un punto di partenza, un background culturale, storico, biografico», ha spiegato lo storico in televisione. “Per questo non drammatizzerei questa espressione che è un modo letterario per esprimere sinteticamente un dettaglio che collocherei nel campo dell’analisi dell’anima profonda che gli scienziati chiamano psicologia”, ha affermato.

>> Rileggi anche: La leader di estrema destra Giorgia Meloni denuncia la “furia nazifascista”

Uomini collocati in posizioni culturali chiave

Alcuni denunciano un attacco al mondo intellettuale e culturale. Quel che è certo è che all’interno del governo c’è effettivamente la volontà di prendere il controllo della gestione delle istituzioni culturali e di mettere in gioco la preferenza nazionale in questo ambito cercando, ad esempio, di collocare gli italiani nei musei o nei teatri lirici.

Il nuovo potere lavorò per collocare i suoi uomini in posizioni chiave nel mondo delle arti, sia alla Biennale di Venezia, al Piccolo Teatro di Milano o al Centro Sperimentale del Cinema.

“È la democrazia dell’alternanza”, sostiene un alto funzionario di Fratelli d’Italia. La destra nazionalista ritiene che la cultura sia dominata dall’ideologia di sinistra e vuole “cambiare la narrativa del Paese”.

Oggetto della radio: Eric Jozsef

Adattamento web: amico

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