Inondazioni e smottamenti causati dalle forti piogge hanno causato la morte di cinquantanove persone in Nepal, secondo un rapporto delle autorità diffuso sabato 28 settembre. Mancano all’appello anche quarantaquattro persone.
Sono stati registrati più di 200 casi di inondazioni e smottamenti, ha detto all’Agence France-Presse il portavoce della polizia nepalese Dan Bahadur Karki.
Date le forti piogge di venerdì, le autorità hanno avvertito di improvvise inondazioni in diversi fiumi. Quelli che attraversavano la capitale, Kathmandu, si sono gonfiati, allagando case e auto vicino alle rive. “Quando uscivo nel cuore della notte, l’acqua mi arrivava alle spalle. Il mio intero camion è sott’acqua”ha deplorato Hari Malla, un autista di 49 anni, all’Agence France-Presse (AFP).
Secondo la polizia, 36 persone sono rimaste ferite e quasi un migliaio sono state salvate a Kathmandu. Più di 3.000 forze di sicurezza sono state dispiegate per assistere nelle operazioni di salvataggio utilizzando elicotteri e motoscafi.
Alluvioni sempre più numerose ed intense
Le frane hanno bloccato diverse autostrade, lasciando in difficoltà centinaia di persone. Tutti i voli interni da Kathmandu sono stati cancellati da venerdì sera, interessando più di centocinquanta partenze.
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I monsoni da giugno a settembre causano ogni anno morte e distruzione in tutta l’Asia meridionale, ma il numero di inondazioni e smottamenti mortali è aumentato negli ultimi anni. Gli esperti affermano che il cambiamento climatico ne ha peggiorato la frequenza e l’intensità.
Quest’anno in Nepal sono morte più di 170 persone a causa dei disastri naturali legati alla pioggia.
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