Diverse personalità chiedono la liberazione di Mohamed Bazoum – .

Diverse personalità chiedono la liberazione di Mohamed Bazoum – .
Diverse
      personalità
      chiedono
      la
      liberazione
      di
      Mohamed
      Bazoum
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Gli autori di questo appello ritengono che Mohamed Bazoum e sua moglie Hadiza, detenuti con lui, siano “vittime di una detenzione arbitraria” che ha “conseguenze particolarmente dolorose per la loro famiglia e, naturalmente, per il popolo del Niger”.

Dopo il putsch del luglio 2023 che ha visto il generale Abdourahamane Tiani, ex comandante della guardia presidenziale e vicino a Bazoum, prendere il potere, la coppia presidenziale è tenuta “sotto la stretta sorveglianza di uomini armati”, “senza comunicazione con il mondo esterno”, in condizioni di detenzione “molto severe”, giudicano gli autori della rubrica, tra i cui firmatari figurano lo scrittore camerunense Achille Mbembe e l’ex direttore di Human Rights Watch, Kenneth Roth.

Affermano che fino ad oggi “non gli è stato comunicato alcun reclamo (Mohamed Bazoum)” e che non è stata fornita alcuna spiegazione “per la sua detenzione”.

Ritengono, tuttavia, che attraverso questa privazione della libertà, “i golpisti intendono far pagare al presidente Bazoum il prezzo della sua risoluta lotta per le libertà e lo stato di diritto, e ancora di più, il prezzo della sua vigorosa lotta contro la corruzione e l’appropriazione indebita di fondi pubblici”.

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Invitano “i grandi leader politici dell’Africa e del mondo” a chiedere “la liberazione di un capo di Stato eletto democraticamente, sequestrato per ragioni indegne (…) e la cui azione è sempre stata ispirata dalla ricerca del bene comune del popolo nigerino”.

Dall'indipendenza dalla Francia coloniale nel 1960, il Niger ha vissuto cinque colpi di stato e due tentativi di colpo di stato.

Quando presero il potere un anno fa, i militari giustificarono il colpo di Stato con il deterioramento della situazione della sicurezza.

Ma gli attacchi continuano: secondo l'organizzazione Acled, che censisce le vittime dei conflitti nel mondo, nell'ultimo anno circa 1.500 civili e soldati sono morti in attacchi jihadisti, rispetto ai 650 registrati tra luglio 2022 e 2023.

Di Le360 Africa (con AFP)

16/09/2024 alle 08:48

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