Clima: giorni record di “stress da caldo estremo” in Europa nel 2023

Nel 2023, l’Europa ha registrato un numero record di giorni in cui il caldo avvertito è stato “estremo” per il corpo umano, a causa di temperature superiori a 35°C o 40°C i cui effetti sugli organismi sono stati accentuati dall’umidità, dall’assenza di vento o dal caldo del cemento urbano.

“L’anno 2023 ha raggiunto un numero record di giorni di stress termico estremo, vale a dire giorni in cui la temperatura percepita ha superato l’equivalente di 46°C”, secondo un rapporto dell’Osservatorio europeo Copernicus e dell’Organizzazione meteorologica mondiale (OMM). pubblicato lunedì.

Questo indice di “stress termico” tiene conto dell’effetto sul corpo umano della temperatura combinata con altri fattori (umidità, vento, radiazioni). Oltre alle ondate di caldo, nel corso dell’anno il continente ha subito numerosi eventi meteorologici estremi.

13 miliardi di franchi

Due milioni di persone sono state colpite da inondazioni o tempeste, gravi siccità hanno colpito la penisola iberica e l’Europa orientale e il più grande incendio boschivo nella storia del continente ha devastato 96.000 ettari in Grecia, elenca questo rapporto annuale del Copernicus Climate Change Service (C3S), prodotto con l’agenzia delle Nazioni Unite responsabile delle questioni relative al tempo, al clima e all’acqua.

Queste catastrofi sono costate 13 miliardi di franchi, l’80% imputabile alle inondazioni avvenute in un anno caratterizzato da precipitazioni ben superiori alla media, sottolineano le due istituzioni.

Impatto sulla salute

Il loro rapporto si concentra in particolare sull’impatto sanitario delle ondate di caldo, mentre il riscaldamento globale rende le estati sempre più calde e mortali nel continente.

“Stiamo assistendo a una tendenza al rialzo nel numero di giorni di stress da caldo in Europa, e il 2023 non ha fatto eccezione” con questo nuovo record, che tuttavia non è quantificato nel rapporto, ha affermato Rebecca Emerton, climatologa di Copernicus.

Per misurare questo comfort termico, il C3S e l’OMM fanno riferimento all’Indice Climatico Termico Universale (UTCI in inglese) che rappresenta il calore sperimentato dal corpo umano tenendo conto non solo della temperatura, ma anche dell’umidità, della velocità del vento, dell’umidità. sole e calore emessi dall’ambiente, il cui effetto è più pronunciato nelle città dove i materiali (cemento, catrame, ecc.) assorbono più radiazione solare.

L’indice, espresso come l’equivalente di una “temperatura percepita” in gradi Celsius, comprende dieci diverse categorie: dallo stress da freddo estremo (oltre -40) allo stress da caldo estremo (+ 46) passando per lo stress da caldo assente (tra 9 e 26). . L’esposizione prolungata allo stress da calore aumenta il rischio di malattie ed è particolarmente pericolosa per le persone vulnerabili.

Le misure “presto saranno insufficienti”

Il 23 luglio, al culmine dell’ondata di caldo, il 13% dell’Europa stava sperimentando almeno un grado di stress da caldo, senza precedenti. Il caldo estremo ha colpito soprattutto l’Europa meridionale, dove in Sicilia la temperatura dell’aria ha raggiunto i 48,2°C, 0,6 gradi sotto il record continentale.

I dati sull’eccesso di mortalità correlata al caldo nel 2023 non sono ancora noti, ma il rapporto ricorda che decine di migliaia di persone sono morte in Europa durante le afose estati del 2003, 2010 e 2022.

Causato dalle emissioni di gas serra derivanti dalle attività umane, il riscaldamento globale aumenta l’intensità, la durata e la frequenza delle ondate di caldo.

L’aumento del riscaldamento in Europa, combinato con l’invecchiamento della popolazione e l’aumento del numero di abitanti delle città, avrà “gravi conseguenze per la salute pubblica”, aggiunge il rapporto. E “le attuali misure per combattere le ondate di caldo saranno presto insufficienti” per affrontarlo.

AFP

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