Ucraina in pericolo, Washington procrastina

Ucraina in pericolo, Washington procrastina
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DSeconda città più grande dell’Ucraina, situata a una quarantina di chilometri dal confine russo, Kharkiv vive da settimane l’inferno di una città bombardata quotidianamente. Prima dell’invasione del 24 febbraio 2022 vi abitavano quasi due milioni di abitanti; alcune centinaia di migliaia di loro sono partiti, altri sono tornati, ma la vita lì diventa sempre più difficile.

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Missili e droni russi stanno distruggendo sistematicamente le infrastrutture energetiche della città, che in autunno potrebbe ritrovarsi senza riscaldamento. Nonostante il collegamento dell’Ucraina alla rete elettrica europea, le interruzioni di corrente stanno aumentando a causa degli attacchi alle centrali termoelettriche in tutto il paese. Nel 2022, Kharkiv, dove gran parte della popolazione è di lingua russa, ha resistito valorosamente a un tentativo di prendere la città da parte delle forze russe, costringendo l’occupante a ritirarsi. La Russia ora sembra aver optato per un’altra tattica: rendere invivibile la città per spingere i suoi abitanti ad abbandonarla. Anche se ciò significa distruggerlo, se necessario.

L’Ucraina si trova quindi ad affrontare una fase cruciale ed estremamente pericolosa della guerra che la Russia le sta conducendo. In inferiorità numerica rispetto al nemico, i suoi soldati sono esausti e attendono con ansia un soccorso che è difficile da ottenere. Aspettano con la stessa ansia armi e munizioni che l’Occidente ha difficoltà a consegnare loro nelle quantità richieste. D’altro canto, l’esercito russo può contare su un numero di uomini molto più elevato, data l’entità della sua popolazione, e beneficia dell’instaurazione di un’economia di guerra che mantiene le fabbriche di armi a pieno regime. L’economia russa, lungi dall’essere incruenta dalle sanzioni occidentali, resiste grazie all’elusione delle sanzioni da parte di numerosi paesi, tra cui la Cina.

Urgente bisogno di attrezzature militari

Lo dice il centro ricerche americano Istituto per lo studio della guerra, da gennaio le forze russe sono riuscite a invadere 300 chilometri quadrati di territorio ucraino. L’intensificarsi della campagna di bombardamenti sulle infrastrutture civili evidenzia una grave carenza per l’Ucraina: l’insufficienza dei mezzi di difesa antiaerea di fronte alla potenza di fuoco russa.

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Di questo passo, l’obiettivo della vittoria ucraina, che i paesi occidentali affermano di sostenere, rischia di diventare illusorio. Il generale Christopher Cavoli, capo del comando europeo dell’esercito americano, ha detto la verità, mercoledì 10 aprile, davanti alla Commissione per le Forze Armate della Camera dei Rappresentanti: l’Ucraina non può uscirne da sola; La Russia continua a rappresentare una minaccia esistenziale; l’aggressore russo ha perso circa 2.000 carri armati e 315.000 uomini, uccisi o feriti, ma sta ricostruendo le sue forze con una velocità inaspettata. L’esercito russo è ora più grande del 15% rispetto all’inizio della guerra. E riceve aiuto da Cina, Iran e Corea del Nord.

L’Ucraina ha urgentemente bisogno di rinforzi nell’equipaggiamento militare per evitare il collasso. Gli europei stanno cercando di mettere in comune le proprie risorse. Ma dall’altra parte dell’Atlantico, al Congresso, i repubblicani trumpisti continuano a procrastinare sui giochi procedurali che potrebbero mettere ai voti la componente di aiuti di 60 miliardi di dollari (56,2 miliardi di euro) promessa dall’amministrazione Biden e bloccata sei mesi. Porre fine, rapidamente, a questi sordidi giochi, che disonorano la democrazia americana mentre fanno il gioco di Mosca, è vitale per l’Ucraina.

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