il ciarlatano dell’Eliseo sulla responsabilità della Francia

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Emmanuel Macron, a Parigi, 12 marzo 2024. AGNES DHERBEYS / MYOP PER “IL MONDO”

Questa è la storia di un passo falso comunicativo diventato errore politico. Domenica 7 aprile, mentre il Ruanda celebrava il trentesimo anniversario del genocidio dei tutsi, un video di Emmanuel Macron ha offuscato la sequenza commemorativa sul ruolo della Francia nello sterminio di almeno 800.000 persone in cento giorni nel 1994, un dossier considerato uno dei documenti francesi grandi successi del presidente in Africa. “Credo di aver detto tutto il 27 maggio 2021 quando ero tra voi. Non ho parole da aggiungere, né parole da togliere a quello che vi ho detto quel giorno.”dice il presidente, incorniciato dalle bandiere francese, europea e ruandese, riferendosi al suo storico discorso pronunciato a Kigali.

Parole che non mancano di stupire perché, tre giorni prima, l’Eliseo era andato oltre. In un messaggio inviato ai giornalisti, ha annunciato che il presidente [tenait] per parlare domenica in un video. “Il Capo dello Stato ricorderà che quando iniziò la fase di sterminio totale dei tutsi, la comunità internazionale aveva i mezzi per conoscere e agire (…) e che la Francia, che avrebbe potuto fermare il genocidio con i suoi alleati occidentali e africani, non ha avuto la volontà di farlo”continua il messaggio dell’Eliseo precisando alla stampa “gli elementi possono essere utilizzati ora”.

In fondo, la posizione della presidenza francese non è nuova: era già contenuta nel discorso tenuto da Emmanuel Macron nel 2021 durante la sua visita al Memoriale di Gisozi in Ruanda. Per la prima volta la Francia, che nel 1994 era stata un alleato storico del regime genocida, ha riconosciuto il suo “Responsabilità schiaccianti in una spirale finita nel peggio”un pentimento che pose fine a venticinque anni di disputa diplomatica tra i due paesi.

“È un caos pazzesco”

Ma in termini formali, la diffusione di questo video ha suscitato una reazione, poiché ogni parola sulla dolorosa storia del genocidio tutsi viene esaminata, soppesata, analizzata a Parigi come a Kigali. Specialisti in materia, come lo storico Vincent Duclert, autore del rapporto che ha preceduto la riconciliazione franco-ruandese, hanno visto negli elementi del linguaggio filtrati giovedì una nuova ” passo in avanti “. Abbastanza per perdonare l’assenza di Emmanuel Macron domenica a Kigali. Ufficialmente a causa di “un problema di programmazione” a causa della cerimonia di omaggio ai combattenti della resistenza francese dell’altopiano di Glières (Alta Savoia) durante la Seconda Guerra Mondiale, avvenuta lo stesso giorno, viene interpretato come un segno di difficoltà nella recente ripresa dei rapporti tra i due paesi, in particolare a causa del ruolo del Ruanda nella destabilizzazione della parte orientale della Repubblica Democratica del Congo.

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