L’ANTIENNA INDIGNORABILE | SenePlus

L’ANTIENNA INDIGNORABILE | SenePlus
Descriptive text here
-

Quando finirà questo ritornello sul rischio di brogli elettorali? Chiamato banalmente “rubare le elezioni”, questo sospetto che ricorre in ogni orizzonte elettorale non ha resistito alla prova dei fatti, come dimostrato, ancora una volta, dalle elezioni presidenziali del 24 marzo. Quello che sembra uno spaventapasseri politico, il più delle volte agitato dall’opposizione per fare pressione sugli organizzatori delle elezioni e/o per mettere in allerta i suoi sostenitori, viene rapidamente nascosto non appena la votazione è finita.

Che (im)rilevanza troviamo nell’agitazione di questo straccio rosso, in un paese che ha appena vissuto il suo terzo cambiamento politico dal 2000? Per citare solo le ultime consultazioni locali e legislative del 2022 seguite da quella di domenica scorsa, l’opposizione, scettica a priori, ha protestato poco o nulla contro il verdetto emerso dalle urne. Si tratta di malafede, di una precauzione di principio? Un po’ di tutto questo, senza dubbio.

È vero che per quanto riguarda la definizione degli elementi costitutivi del bracconaggio elettorale, c’è motivo di rimanere cauti quando ci troviamo di fronte a un partito politico al potere ambiguo. In generale, si parla di frode elettorale quando non sono rispettate le seguenti regole: la sincerità delle operazioni elettorali, l’accesso al voto per tutti gli elettori, la segretezza dello scrutinio, il carattere personale, libero e anonimo del voto, l’integrità del voto i voti espressi, il monitoraggio effettivo del voto e il controllo a posteriori da parte del giudice elettorale.

È vero che esiste una serie di elusioni delle norme, che molti detentori del potere hanno usato e sperimentato: brogli elettorali, cariche fittizie, trattenuta delle carte, restrizioni all’iscrizione di nuovi iscritti, trasferimento degli elettori, disinformazione, corruzione o acquisto di coscienza , intimidazioni, violenza, inversione dei risultati delle votazioni, gerrymandering ovvero l’arte di dividere le circoscrizioni elettorali con lo scopo di avvantaggiare un partito, un candidato.

Per la cronaca, dietro questo termine dal suono poetico, si scopre un modus operandi risalente al… 1811, opera di un governatore del Massachusetts (Stati Uniti), Elbridge Gerry. Manovra antidemocratica, i repubblicani l’hanno utilizzata tra il 2010 e il 2021.

È vero che questa pratica ha difficoltà. Questa varietà di brogli elettorali avviene ancora in molti paesi cosiddetti “democratici”. E che l’assenza di un dialogo permanente tra gli attori, garanzia di trasparenza lungo tutta la filiera, e quindi di fiducia, può far sorgere tutti i sospetti, dal legittimo al compulsivo.

Tuttavia, è altrettanto costante che in Senegal gli incontri elettorali mobilitino così tante parti interessate che mettere a punto un trucco sarebbe un’illusione. Quella di poter contrastare la vigilanza, a monte, durante e a valle, dei cittadini, dei media e degli scrutatori (organizzazioni della società civile, gruppi politici, pubblica amministrazione, organo di vigilanza e controllo, osservatori nazionali e internazionali).

Pertanto, sentire oggi ripetere il ritornello dell’imbroglio elettorale è un po’ come infantilizzare gli elettori senegalesi che hanno dato prova, sufficientemente, della loro maturità in questa materia. Che gli imbrogli più ingegnosi di un processo elettorale non resisterebbero al loro implacabile desiderio di decidere.

Esiste una sorta di anacronismo tra il popolo senegalese e la sua classe politica. Deve mostrarsi degno di queste persone, intraprendendo le riforme adeguate affinché questa antifona – la frode elettorale – non venga più sussurrata.

-

PREV Sentendosi minacciata dalla Russia, la Lettonia invita i suoi residenti a trasformare le loro cantine in rifugi antiaerei
NEXT Israele elimina un altro alto funzionario di Hezbollah in Libano