Cinefila, la nostra corretta bozze Christine Dutertre, direttrice di lunga data di Mézeray, critica ferocemente il film “LADS”, una nuova caricatura del mondo delle corse, nell’ambito del festival Premier Plan
Nell’ambito del Festival del cinema Premiers Plans che si svolge questa settimana ad Angers – 37a edizione di questo meraviglioso festival del cinema, incontro tra talenti emergenti, giovani registi e appassionati – abbiamo assistito all’anteprima del film “Lads” (uscita nazionale alle inizio aprile) del giovane regista Julien Menanteau. Sulla carta era molto allettante. Come si dice in gergo: corsa per dimenticare!…
Questo film è la storia di un giovane, Ethan, 17 anni, che diventa apprendista fantino in una stalla a ostacoli. Abbastanza convincente in questo ruolo, Marco Lurashi abbraccia perfettamente la situazione di un giovane appassionato che deve confrontarsi con l’impegnativa quotidianità della professione. I primi 30 minuti ci regalano immagini e inquadrature molto precise e ben girate all’interno di una scuderia. Lo spettatore scopre o riscopre i gesti familiari attorno al cavallo: la vita nel cortile, la toelettatura, il cibo, l’andare alle corse… È bello, ci sentiamo sicuri, tutto sembra a posto!…
E lì il viaggio si complica: rimetti la cintura e aggiusta le redini che scuoterà!
Ci troviamo in un tetro bar della PMU dove il padre di Ethan, un incallito giocatore d’azzardo, viene picchiato in faccia dai suoi creditori; parliamo di fantini che “fanno il giro” per vincere il jackpot della corsa successiva; facciamo una deviazione attraverso un macello dove alcuni cavalli aspettano il momento finale, con una piccola sosta davanti alle carcasse che stanno come vigilantes; assistiamo al gesto insopportabile di Ethan che durante la corsa farà cadere un fantino in gara, che rimarrà paralizzato; e per quel piccolo tocco di comfort e benessere degli animali, non dimentichiamo l’inserimento di un percorso a ostacoli degli anni ’50 dove i cavalli cadono in tutte le direzioni e molto male; e già che ci siamo, un po’ di geopolitica: il presunto potere del Qatar che farebbe e disfarebbe tutto come vuole.
Ne vuoi ancora? Forza, per la strada: doping. Dovevamo parlarne comunque! Ed è l’ultima scena del film, violenta, commovente, di un cavallo dopato dal suo addestratore per salvare la stalla.
Cosa possiamo dire allora dopo aver visto questo film così angosciante, così triste, così ingiusto per il nostro pianeta delle corse? Gli attori del nostro settore sapranno sbrogliare questo nodo di confusione, estrarre il lato positivo e mettere in prospettiva questi luoghi comuni. Questo è sicuramente un bene, ma non contribuirà a cambiare definitivamente il modo in cui il mondo esterno vede le corse. Danno ! Ci credevamo…
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