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Cinema: “Sauvages”, incantevole appello contro la deforestazione: Novità

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In “Sauvages”, film d’animazione nelle sale mercoledì, il regista Claude Barras porta lo spettatore nella foresta del Borneo con due bambini e un orango orfano, per sensibilizzare l’opinione pubblica sulla questione ambientale della deforestazione.

“È un film d’animazione rivolto alle famiglie ma è anche molto ancorato alla realtà. Per me è importante trasmettere la lotta delle persone che cercano di fermare la deforestazione nel sud-est asiatico”, ha spiegato lo svizzero all’AFP a maggio, durante il Festival di Cannes.

“Le persone che stanno lottando, penso che dobbiamo sostenerle e il mio modo di lottare è interessarmi a tutte queste questioni”, ha continuato il regista. E ricordare: «Dato che è legato all’olio di palma e ne consumiamo molto in Occidente, riguarda direttamente anche noi».

Tra queste “persone che lottano” ci sono i rappresentanti del popolo Penan, che da 30 anni lavora per preservare la foresta pluviale del Borneo e il loro stile di vita nomade di cacciatori-raccoglitori.

Komeok Joe, presente anche lui a Cannes per presentare il film, è uno di questi.

“Non vogliamo che i nostri figli diventino orfani nel luogo in cui vivono. Per questo vado in giro per il mondo a parlare dei nostri problemi”, ha spiegato l’attivista.

“Questo film parla davvero della nostra storia e dei problemi dei Penan”, ha assicurato. “Io sono Penan e giuro che tutto questo è vero. Se non ci credi, vieni. Ti mostrerò la foresta, le ruspe, i fiumi sporchi, gli animali in fuga, le malattie…”

La troupe cinematografica propone anche, su un sito web, azioni concrete con ONG come Greenpeace France (petizione contro la deforestazione), Foodwatch (interrogazioni sui produttori di olio di palma) o il Fondo Bruno Manser (donazione per espandere le riserve protette).

Claude Barras, 51 anni, si è distinto a Cannes nel 2016 con il suo primo lungometraggio sceneggiato da Céline Sciamma, “La mia vita da zucchina”, soprannome di un ragazzo cresciuto dalla madre alcolizzata che si ritrova in famiglia adottiva dopo la sua morte. di esso. La sua nuova vita si trasforma in un viaggio iniziatico verso la condivisione e l’empatia.

Per la cittadina Kéria, eroina dell’onirico “Sauvages”, nelle sale prima delle vacanze scolastiche, la scoperta della foresta tropicale, con la cugina e il cucciolo di orango da lei adottato, si trasformerà anche nella scoperta delle sue origini e della sua credenze.

“Quello che mi piace fare è rivolgermi ai bambini con film divertenti, accessibili, ma su temi seri e attuali con un prezzo realistico”, riassume il regista.

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