“La promessa di Trump di ribaltare gli accordi di Basilea ha portato gioia al settore bancario”

“La promessa di Trump di ribaltare gli accordi di Basilea ha portato gioia al settore bancario”
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Jamie Dimon, amministratore delegato di JP Morgan, durante il vertice dei leader aziendali della cooperazione economica Asia-Pacifico, a Lima, giovedì 14 novembre 2024. BLOOMBERG/GETTY IMMAGINI

DDa Mary Poppinssappiamo che i banchieri sono persone troppo serie che nascondono nel profondo di sé un’anima di bambino. Questo è forse ciò che è venuto spontaneo dalla mente di Jamie Dimon, il capo di JP Morgan, la più grande banca degli Stati Uniti. Durante un dibattito al vertice della Cooperazione Asia-Pacifico tenutosi a Lima il 15 novembre 2024, ha improvvisamente dichiarato che la vittoria di Donald Trump li aveva messi in un tale stato di gioia che ” C’[était] come se ballassero per strada”.

Sfortunatamente, non è stato uno scoppio di giovane umanità a metterli in questo stato d’animo, ma la promessa del candidato Trump di sconfiggere la regolamentazione che deprime tutti i banchieri in Europa e America: gli Accordi di Basilea. Immaginati dopo la crisi bancaria del 2008 dalle principali banche centrali, mirano a imporre alle banche, e soprattutto a quelle più grandi, di costituire, in relazione ai prestiti che concedono, un cuscinetto di capitale proprio sufficiente per reagire in caso di duro colpo . La terza versione di questo regolamento, chiamata “Basilea III”, è entrata discretamente in vigore lo scorso gennaio, e le principali banche europee si sono mosse per conformarsi a questa regola che impone pesanti investimenti informatici e può limitare l’attività dei ready.

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