Questo film di fantascienza voleva competere con Alien, ma non aveva alcuna possibilità: Actus Ciné

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Non basta innamorarsi di “Alien” per elevarsi all’altezza, ne è la prova il formidabile “Alien, la creatura degli abissi”, girato nel 1989.

Sei alla fine degli anni ’80, i film di fantascienza si moltiplicano sugli schermi cinematografici di tutto il mondo e tu vuoi cavalcare l’onda. Solo che lei fa il regista in Italia, in un’epoca in cui il cinema di sfruttamento cosiddetto “biografia” è in vero declino e non interessa più a molti. Allora cosa dovresti fare con la tua idea di un film ambientato su un’isola abitata da una creatura aliena?

La risposta: fallo comunque! Ed è senza dubbio così che è nato Alien, la creatura venuta dagli abissi, un mix per nulla sottile e fuorviante di Alien.

Come questo film che si credeva bello quanto Conan il Barbaro: possiamo dire di no!

Non è James Cameron a volerlo

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“Lui vive in me!” Questo ti ricorda qualcosa?

Il film presenta Jane, una giornalista, che arriva su un’isola del Pacifico per indagare su una fabbrica di test atomici che smaltisce le sue scorie nucleari gettandole in un vulcano. Mentre si intrufola nella fabbrica, il suo cameraman viene catturato dalla squadra di sorveglianza e una creatura risvegliata dallo scarico dei rifiuti emerge dal vulcano con l’intenzione di non lasciare un solo sopravvissuto.


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L’Alieno e il suo artiglio (sì, ne ha solo uno)

Il regista Antonio Margheriti – sotto il solito pseudonimo di Anthony M. Dawson – usa modelli miserabili, alcune immagini rubate ad altri film, e la sua sceneggiatura non ha senso. Ha il tempo di giocare per riempire 1 ora e 30 di quello che verrà venduto come film Alien e quindi dovrebbe fruttare qualche dollaro.

Un finale spianato

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Jane con Bob l’incantatore di serpenti e uno scienziato obsoleto

Nel gran finale di Alien, la creatura degli abissi cerca senza mezzi di riprodurre alcune scene del finale di Aliens, copiando il vestitino di Ripley del primo film. Dato che il film non ha un esoscheletro, si ricorre a un bulldozer (anche questo giallo) e si aggiunge un lanciafiamme (presente anche in Aliens) per dargli un senso epico, senza alcun risultato.

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Charles Napier è lì

Gli appassionati del cinema bis riconosceranno Luciano Pigozzi, visto in numerosi film dagli anni ’60 agli anni ’80, molti dei quali di Antonio Margheriti, ma anche Roberto Dell’Acqua, e, molto più noto, Charles Napier, visto in particolare in Rambo II, I Blues Brothers, Il silenzio degli innocenti o Philadelphia.

Per ironia della sorte, il titolo internazionale del film è Alien from the Deep, un titolo molto vicino a Aliens of the Deep (2005) di James Cameron, dedicato a una serie di spedizioni che studiano le sorgenti delle profondità marine. Ma è molto probabile che Cameron non abbia mai sentito parlare del film di Margheriti.

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