Al Pacino voleva essere licenziato dal film per un motivo inaspettato

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In un estratto esclusivo delle sue memorie condiviso con il sito britannico The Guardian, Al Pacino rivela che sperava di essere licenziato dal film “Il Padrino” dopo una grave distorsione alla caviglia durante le riprese, a causa dell’animosità generale nei suoi confronti.

Era il suo destino. Il sito britannico The Guardian ha appena rivelato un estratto esclusivo dell’autobiografia di Al Pacino, “Sonny Boy” (a cura di Seuil), in uscita questo venerdì 18 ottobre, in cui l’attore rivela che sperava segretamente di essere licenziato dal film “Il Padrino” dopo una grave distorsione alla caviglia durante le riprese. Per quale motivo? Al Pacino ricorda che all’epoca lo studio Paramount Pictures non voleva vederlo interpretare il personaggio di Michael Corleone. È stato Francis Ford Coppola, il regista, a insistere per affidargli il ruolo. L’attore confida che fin dall’inizio delle riprese circolava una voce su un suo imminente licenziamento.

“C’era disagio tra la gente, anche tra le troupe cinematografiche, quando sono arrivato al lavoro. Ne ero pienamente consapevole. Correva voce che sarei stato licenziato, così come il regista. Non che Francis non fosse all’altezza. Ma è stato lui il responsabile della mia presenza nei titoli di coda”, spiega. Fu allora che Francis Ford Coppola decise di invitarlo una sera a cena per mostrargli le prime immagini del film e sottolineargli i suoi difetti. “Ho scoperto che in realtà non c’era niente di spettacolare”, ricorda Al Pacino pensando alla sua performance.

Un sollievo

Fortunatamente per l’attore, le riprese di una scena cruciale del film, in cui Michael si vendica di Sollozo e McCluskey, erano state anticipate nei tempi previsti, dandogli l’opportunità di dimostrare che i suoi detrattori si sbagliavano. Ma mentre saltava da un’auto in movimento, Al Pacino, che non aveva una controfigura, si era gravemente slogato la caviglia. “Non potevo più muovermi. L’intera troupe cinematografica mi ha circondato. Stavano cercando di rimettermi in piedi, chiedendomi se avevo la caviglia rotta, se potevo stare in piedi. Non ne sapevo nulla”, scrisse, ammettendo in quel momento di essersi sentito sollevato all’idea di essere licenziato.

“Ero sdraiato lì pensando che fosse un miracolo. Oh Signore! Mi salvi! Non devo più fare questo film. Io stesso sono rimasto scioccato dal sollievo che ho provato in quel momento. Venire ogni giorno al lavoro sentendosi rifiutato, trattato come un subordinato, è stata un’esperienza opprimente, e questo infortunio ha segnato la mia liberazione da quella prigione. Alla fine, avrebbero potuto licenziarmi, trovare un altro attore per interpretare Michael, e non sprecare un altro centesimo per questo film”, aggiunge.

Ovviamente la storia deciderà diversamente, e Al Pacino manterrà il suo lavoro proprio per la sua interpretazione nella scena appena girata. Nonostante il suo infortunio. “Avevo un piano, una direzione che volevo dare a questo personaggio. Ed ero convinto che Francesco la pensasse come me», ha concluso. L’attore erediterà una nomination all’Oscar come miglior attore non protagonista per la sua interpretazione nel 1973, e riprenderà il ruolo di Michael Corleone – che lancerà definitivamente la sua immensa carriera – nei due sequel.

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