“La vita secondo Ann” di Joanna Arnow: un quadro esilarante della solitudine urbana

“La vita secondo Ann” di Joanna Arnow: un quadro esilarante della solitudine urbana
“La vita secondo Ann” di Joanna Arnow: un quadro esilarante della solitudine urbana
-

È un peccato che per l’uscita in Francia del primo lungometraggio di Joanna Arnow abbiamo preferito un titolo noioso, La vita secondo Ann, ad una traduzione dell’originale: La sensazione che il tempo per fare qualcosa sia passato. Una frase aquoibonista che ben si sposa con l’ironia discreta dell’opera, dove la derisione permanente e di fondo è proporzionale al minimalismo. La regista descrive, con uno straordinario senso della vignetta, gli alti e bassi del suo personaggio principale, Ann, che lei stessa interpreta; un normale trentenne che ha un’attività sessuale frenetica, in cui i sentimenti non hanno un posto molto grande.

Questa pratica, intesa soprattutto come gioco, si attua in forma sadomasochistica in senso lato (BDSM), più precisamente nel registro della sottomissione. In sostanza, ad Ann piace essere la schiava sessuale di diversi (successivi) amanti, che le danno diversi ordini, spesso assurdi, o le impongono atti umilianti (come masturbarsi su un tetto con una maschera da maiale). In un momento in cui il patriarcato è fortemente messo in discussione, questa potrebbe essere una provocazione. In realtà non si tratta tanto di provocazione quanto di ciò che attualmente designiamo con questo termine “Potenziamento”. Proprio come le donne rivendicano il diritto di andare in giro con abiti sexy senza essere attaccate dagli uomini, vogliono poter giocare sottomesse, purché decidano di farlo da sole.

Non sorride mai, Ann sembra costantemente blasé

Questo per quanto riguarda il background sociale del film. Ma il suo vero interesse risiede nella sua messa in scena, in breve nel suo stile: una serie di sketch, spesso molto brevi (a volte ridotti addirittura a un’unica inquadratura), sia a casa di Ann, a casa di un’amica, in famiglia, al lavoro o anche nelle strade di New York. Lo stesso vale per i dialoghi, alcuni dei quali ridotti alla loro espressione più semplice. Lo stesso vale per l’azione, volutamente piuttosto statica. Questo gioco tra understatement, minimalismo e sobrietà si riflette anche nell’atteggiamento dell’eroina. Mai sorridente, Ann appare costantemente disinvolta, il che aggiunge una dimensione comicamente scontrosa al suo carattere un po’ ingrato, moralmente ed esternamente.

A questa audacia contenuta fanno da contraltare non solo un certo gusto per l’esibizionismo (nudità a bizzeffe), ma anche giochi di montaggio piuttosto arditi. Anche il modo vertiginoso con cui certe sequenze fanno ping-pong tra un luogo e l’altro. Ci sentiamo quasi storditi durante una lunga sequenza in cui vediamo alternativamente Ann sul posto di lavoro e a casa di uno dei suoi amanti. Se facciamo il punto combinando tutti questi fattori contraddittori, come estroversione e introversione, minimalismo ed espressionismo, otteniamo un quadro della solitudine urbana tanto deprimente quanto esilarante. Grazie alla sua modernità e al suo radicalismo disinibito, Joanna Arnow fa sembrare piuttosto polveroso ciò che esisteva prima nel genere. Nonno Woody può andare a vestirsi. La commedia newyorkese ha trovato la sua nuova (sottomessa) amante.

La vita secondo Ann di Joanna Arnow. Stati Uniti, 2023, 1:28, nei cinema l’8 maggio 2024.

-

NEXT 71 anni e 20 film d’azione: quando rivedremo al cinema questo grande attore? – Notizie sul cinema