Recensione del film: Trattenete il respiro (2024, Disney+)

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Trattenete il respiro // Di Karrie Crouse e William Joines. Con Sarah Paulson, Amiah Miller e Alona Jane Robbins.

Il film Trattenete il respirorealizzato da una coppia di registi promettenti ma ancora alle prime armi, tenta di inserirsi nella lunga serie di film horror gotici, ma si perde lungo la strada. Dato che la trama si svolge in Oklahoma negli anni ’30, nel cuore di opprimenti tempeste di sabbia, ci aspettiamo un clima angosciante e una tensione palpabile, ma sfortunatamente il risultato finale lascia lo spettatore con la voglia di saperne di più. La promessa iniziale del film, con un cast di Sarah Paulson e un’intrigante ambientazione storica, è comunque allettante. Tuttavia, fin dai primi minuti, capiamo subito che l’ambizione del film non riesce a concretizzarsi pienamente. Una delle prime cose che ti colpisce guardando Trattenete il respiro è la lentezza con cui inizia la storia. I primi 20 minuti del film sono una vera sfida di pazienza, tanto è laboriosa la stesura della trama. Fatichiamo a capire dove lo scenario vuole portarci, e i molteplici intrighi che si sviluppano sembrano privi di direzione.

Oklahoma, anni ’30. Una giovane madre, perseguitata dal suo passato, è intrappolata in orribili tempeste di polvere. Convinta che la sua famiglia sia minacciata da una presenza misteriosa. Farà di tutto per proteggerla…

È difficile lasciarsi coinvolgere da una storia che sembra esitare sulla strada da intraprendere. Il film si destreggia goffamente tra diversi archi narrativi, ma nessuno sembra sufficientemente realizzato per catturare appieno l’attenzione dello spettatore. La trama principale, che ruota attorno a Margaret (interpretata da Sarah Paulson) e alle sue inquietanti visioni, avrebbe potuto essere interessante. Tuttavia, viene rapidamente annegato in sottotrame che non riescono mai a riunirsi o prosperare. Alla fine, sembra che il film ci regali i pezzi di un puzzle senza mai permetterci di metterli insieme. Se il film doveva essere un’esperienza coinvolgente, il risultato è piuttosto deludente. I personaggi, sebbene portati da un cast solido, mancano di profondità e originalità. In nessun momento lo spettatore si preoccupa veramente del destino di questi protagonisti. Che si tratti di Margaret o di sua figlia Rose (interpretata da Amiah Miller), le loro traiettorie sono così prevedibili che indoviniamo molto presto come si concluderanno le loro storie.

E quando si tratta di fregarsene del destino dei personaggi principali, diventa difficile rimanere coinvolti nella trama. Inoltre, lo scenario soffre di una crudele mancanza di colpi di scena. Molto rapidamente capiamo dove ci porterà il film e questa prevedibilità rovina l’effetto di sorpresa e ansia che ci aspetteremmo da un film dell’orrore. Manca questa scintilla, questo momento di cambiamento che possa tenere lo spettatore con il fiato sospeso. Per quanto riguarda la produzione, abbiamo chiaramente la sensazione che il regista sia appena agli inizi. Anche se alcune scelte sceniche sono interessanti, non riescono a mascherare la povertà dell’insieme. L’atmosfera polverosa delle tempeste di sabbia è ben resa visivamente, ma questa monocromia finisce per soffocare lo spettatore invece di precipitarlo in un universo opprimente. La fotografia, anche se a tratti corretta, nel complesso manca di dinamismo. Le scene sembrano spesso ripetitive e la monotonia delle ambientazioni non aiuta a creare un’immersione duratura.

Per quanto riguarda la colonna sonora, fa il suo lavoro senza aggiungere altro, ma non riesce a portare l’intensità emotiva che ci si potrebbe aspettare nei momenti chiave del film. Se Trattenete il respiro è un fallimento su molti livelli, tuttavia non possiamo ignorare la prestazione di Sarah Paulson. L’attrice, che ha già dato prova del suo talento in altre produzioni, riesce qui a dare sostanza al suo personaggio, nonostante la debolezza della sceneggiatura. Interpreta una madre tormentata con un’intensità e una sensibilità che affascina. Sfortunatamente, anche la sua recitazione ricca di sfumature non è sufficiente a salvare il film da un’inesorabile discesa nella noia. Paulson porta letteralmente il film sulle spalle e, senza di lei, Trattenete il respiro probabilmente sarebbe ancora più difficile da guardare. Tuttavia, man mano che il film procede, anche la sua recitazione non riesce a sopperire alla mancanza di sostanza narrativa. Alla fine della giornata, Trattenete il respiro è un film che lascia l’amaro in bocca. L’ambientazione storica, le tempeste di sabbia e l’orrore gotico sono tutti elementi promettenti che avrebbero potuto dare vita a un’opera sorprendente.

Ma in mancanza di una trama solida e di una direzione chiara, il film si impantana nella sua stessa polvere. Ci sono, nonostante tutto, alcuni momenti di tensione e spunti visivi ben gestiti che meritano di essere esplorati in modo più approfondito. Ma questi lampi di genio sono troppo rari per mantenere vivo l’interesse. Quella che avrebbe potuto essere un’opera memorabile di horror psicologico alla fine si rivela un’esperienza piatta e deludente. Trattenete il respiro è una delusione, nonostante il suo potenziale. La lentezza della trama, i personaggi blandi e la mancanza di originalità appesantiscono il film, che fatica a distinguersi in un genere già saturo. Il talento di Sarah Paulson non basta a compensare le debolezze di uno scenario troppo prevedibile e poco strutturato. Questo film è un perfetto esempio di buone intenzioni che non riescono a prendere vita sullo schermo. Un respiro che esce prima ancora di cominciare.

Nota: 3/10. Insomma, quando il respiro non arriva.

In uscita il 3 ottobre 2024 direttamente su Disney+

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