Cinema. “No Waves”, un film diretto da François Civil

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Di Redazione di Tolosa
pubblicato su

28 24 aprile alle 15:54

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Al giorno d’oggi, un college che immaginiamo si trovi in ​​una zona a rischio. Julien, un giovane insegnante di francese sulla trentina, cerca di creare un legame con la sua classe.

Oggi insegna un’ode di Ronsard, Mignonne, vediamo se la rosa. Per coinvolgere gli studenti in questa poesia, prende come esempio Leslie (Tuscany Duquesne).

Una sola parola: niente onde

Questa, un po’ introversa, si sente impallidire sotto il ridicolo scherno della sua classe e ne parla alla sua famiglia, una famiglia che vive sotto il giogo velenoso di un fratello maggiore completamente stupido. Invia una lettera alla direzione del college in cui afferma di essere molestata da Julien, notando anche che mentre lo osserva a volte stringe la cintura dei pantaloni. Il fratello maggiore minaccia di morte questo povero professore. I suoi colleghi, un tempo compassionevoli, alla fine si divideranno. Per quanto riguarda il regista, solo una parola: niente onde.

Ma per Julien la vita quotidiana è diventata insopportabile. Soprattutto da quando sui social è apparso un video che lo mostrava in una situazione privata durante una festa in una discoteca, abbracciato teneramente da… un uomo. Decide di sporgere denuncia. La Polizia rifiuta e accetta solo a malincuore il corrimano. L’inferno si è appena aperto sotto i piedi del giovane.

Quanto allo spettatore, vivrà 92′ di salita permanente in una tensione drammatica, irrespirabile, quasi insopportabile. Soprattutto perché la storia è stata vissuta dallo stesso regista, quando era insegnante! Questo film sottolinea giustamente, ancora una volta, l’abbandono in cui si trovano oggi i docenti di fronte alla violenza studentesca. Ogni gesto, ogni sguardo può essere l’innesco di cataclismi sociali inimmaginabili, soprattutto da parte di chi li provoca.

François Civil, talento immenso

Dialoghi d’acciaio temperato e un montaggio senza il minimo inattività ti conducono in una corsa verso l’abisso da cui esci letteralmente ammaccato. Soprattutto perché Julien altri non è che François Civil. Liberato dagli errori di Milady, eccolo di nuovo al meglio del suo immenso talento. Con questa capacità unica di farti entrare immediatamente in empatia con questo professore vittima delle peregrinazioni del nostro tempo.

Il suo sguardo perduto di ingenuità, di un candore che cresce ancora nell’umanità, la sua resilienza nonostante tutto che gli permette di tenere le sue lezioni davanti a studenti che vogliono la sua testa, tutto questo e molti altri elementi fanno di questo film una spietata supplica a favore questo corpo di sfortunati sacrifici che dedicano, come ho scritto per la Salle des profs, la loro vita ai nostri figli. Assolutamente da vedere!!!

Roberto Penavayre

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