È uno dei 10 western da vedere nella vita: uscito 55 anni fa, resta un monumento invalicabile – Cinema News

È uno dei 10 western da vedere nella vita: uscito 55 anni fa, resta un monumento invalicabile – Cinema News
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Uscito nel 1969, considerata la risposta di Hollywood all’ondata degli spaghetti western, “The Wild Bunch” di Sam Peckinpah è un capolavoro assoluto del genere. Un film sontuoso e crepuscolare, insuperabile.

All’inizio del secolo, in una piccola cittadina del sud del Texas, vicino al confine con il Messico, una banda di saccheggiatori si prepara ad attaccare gli uffici della Compagnia Ferroviaria. Ma i cacciatori di taglie vegliano… Lo scontro degenera e solo cinque sopravvissuti riescono a raggiungere il Messico, allora devastato da una guerra civile. Il regolamento di conti finale sarà solo più brutale…

“Il profondo dramma di Sam Peckinpah, è che è nato troppo tardi. Discendente di famosi pionieri, Peckinpah nacque nel momento in cui i suoi antenati entravano nella leggenda californiana: incapace di vivere la loro epica storia, dovette accontentarsi di raccoglierne gli echi.

Ed era ancora troppo tardi, dieci anni troppo tardi, che approdò al cinema, iniziando una carriera tumultuosa, costellata di battaglie perdute perché destinate a perpetui depistaggi.” ha scritto lo storico del cinema Michael Henry Wilson in questo splendido libro “At Heaven’s Gate: 100 anni di cinema americano”pubblicato da Armand Colin nel 2014.

Questa riflessione si applica naturalmente al suo capolavoro, The Wild Bunch, un western crepuscolare considerato a ragione la risposta definitiva di Hollywood all’ondata degli spaghetti western.

Warner Bros.

“Ho fatto un film sulla coscienza sporca dell’America”

È un Occidente morente e corrotto dalla modernità (siamo nel 1911, assistiamo alle prime automobili…) quello raffigurato dal cineasta, all’interno del quale il leader di questa banda, Pike Bishop (l’ammirevole William Holden) sembra voler congedarsi da un mondo che non capisce più. Proprio come Peckinpah.

Il regista ha dato al suo film una violenza estrema, cosa estremamente rara per l’epoca. “Voglio che lo spettatore senta nel modo più forte e terribile possibile la violenza catastrofica e irresponsabile che può impadronirsi dell’uomo”ha dichiarato il regista. “Ho fatto questo film perché ero molto arrabbiato contro tutta la mitologia hollywoodiana, contro un certo modo di presentare i fuorilegge, i criminali, contro un romanticismo della violenza (…) C “è un film sulla coscienza sporca dell’America”.

La scommessa riuscì oltre le sue aspettative: gli spettatori dell’epoca rimasero disgustati da quest’ondata di violenza, che finì addirittura per diventare apocalittica in una sequenza finale da antologia, sublimata dall’abilità di montaggio di Peckinpah.

A 55 anni dalla sua uscita, L’Orda Selvaggia rimane un film assolutamente insuperabile.

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