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Per l’80% delle donne interessate è necessario un quadro giuridico

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Un recente studio realizzato dall’Associazione degli Incontri Mediterranei del Cinema e dei Diritti Umani (ARMCDH) ha evidenziato un fenomeno preoccupante nel settore cinematografico marocchino: l’80% delle donne che lavorano in questo campo ha dovuto affrontare almeno una forma di violenza nel corso della propria carriera . Questo studio, il primo del suo genere in Marocco, rivela la portata della violenza di genere in un settore in cui la parola rimane spesso soffocata.

Lo studio evidenzia che tra le diverse forme di violenza, quella psicologica è quella più diffusa, colpendo 10 dei 15 partecipanti. Seguono la violenza economica e la violenza sessuale, mentre la violenza fisica, pur presente, non è stata identificata come la forma dominante. I risultati mostrano anche che, sebbene il 20% delle donne non abbia subito tale violenza, la maggioranza (80%) ha subito almeno un tipo di abuso.

Uno dei punti cruciali di questo studio è la constatazione dell’assenza di un quadro giuridico specifico per combattere questa violenza nel settore cinematografico. Le vittime si trovano quindi in una posizione vulnerabile, senza un chiaro sostegno o meccanismi di ricorso. Le leggi attuali, secondo lo studio, non coprono adeguatamente la violenza di genere sul posto di lavoro e le donne sono riluttanti a denunciare gli abusi per paura di ritorsioni.

Tra i fattori che favoriscono questa situazione figurano lo squilibrio nei rapporti di potere, l’inadeguatezza del quadro giuridico e la precarietà delle donne, soprattutto all’inizio della loro carriera professionale. Questa mancanza di sostegno rende ancora più difficile sradicare la violenza in questo ambiente.

Per porre rimedio a questa situazione, lo studio richiede azioni concrete, in particolare l’istituzione di meccanismi di sostegno psicologico e legale, il rafforzamento dei mezzi di denuncia e di risarcimento, nonché l’istituzione di regole rigorose per garantire l’eliminazione della violenza di genere nel cinema. Sottolinea inoltre l’urgenza di garantire condizioni di lavoro eque e di rafforzare la presenza delle donne negli ordini professionali e nei sindacati, affinché abbiano un ruolo attivo nella difesa dei loro diritti.

Lo studio, infine, evidenzia l’importanza di organizzare sessioni di formazione e sensibilizzazione sui diritti delle donne e sulla violenza di genere nel settore cinematografico. Sostiene inoltre una presa di coscienza collettiva, incoraggiando i media e la società civile a partecipare a un dibattito pubblico sulla questione, al fine di rompere il silenzio e promuovere un ambiente più giusto per tutte le donne del settore.

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