C’è stato un tempo, non molto tempo fa, in cui dovevi sapere come avventurarti nei negozi di dischi per sperare di trovare qualche volume di Il completo Bob Marley e i Wailers, 1967-1972. Il caso era importante poiché riguardava le registrazioni del primo Marley. Innanzitutto, prima della firma del musicista giamaicano con l’etichetta Island che gli aprirà le porte al riconoscimento mondiale prima che scompaia, portato via dal cancro all’età di 36 anni.
Ringraziamo Bruno Blum per aver compiuto, circa trent’anni fa, il lavoro di riesumazione di questi nastri, e per aver potuto circondarsi di Roger Steffens e Leroy Jodie Pierson per riportare, in questo “biografia discografica”, delle enormi energie, inventiva e fertilità di questo periodo fondamentale nella storia del reggae, va da sé, ma più in generale della musica popolare.
La lotta prima del trionfo
Qui sono raccolte le preziose note di copertina dei dieci volumi della raccolta, a cui si aggiunge una lunga introduzione sull’incredibile storia di queste registrazioni passate dalle mani della mafia a quelle degli imprenditori, a lungo ignorate prima di essere finalmente pubblicate sotto l’etichetta JAD. . Niente di meno che un Santo Graal che non esiteremo a collocare tra le registrazioni del bluesman Robert Johnson o le raccolte di Alan Lomax.
Con Marley in declino, alle prese con la violenza della sua isola e con i sogni di emancipazione, ma già all’apice della sua ispirazione, circondato dai Wailers (Rita, sua moglie, Peter Tosh, Bunny Wailer) e dal leggendario Lee Scratch Perry, produttore dadaista che offre un sollievo sorprendente a composizioni (e alle loro versioni dub) che portano in sé il germe del suono di un genere destinato a conquistare il mondo.
Bob Marley e i Wailers 1967-1972, Rivoluzione dell’animadi Bruno Blum, Roger Steffens e Leroy Jodie Pierson, Frémeaux e soci, 280 pagine, 26 euro
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