Lille. Il gala di chiusura del festival Lillarious in lingua dei segni

Lille. Il gala di chiusura del festival Lillarious in lingua dei segni
Lille. Il gala di chiusura del festival Lillarious in lingua dei segni
-

Par

Amandine Vachez

Pubblicato il

23 gennaio 2025 alle 13:50

Questo è stato visualizzato durante la presentazione del programma: edizione numero 4 di festival Lillariousfratello minore del Montreux Comedy Festival, è ambizioso! Altri spettacoli, altri ospiti internazionali, una cerimonia di premiazione e… a gala di chiusura compreso. Questo è ciò che organizza l’evento clou dedicato all’umorismo, che si sta svolgendo a Lilla dal 31 gennaio al 9 febbraio 2025.

Per un festival “inclusivo e aperto a tutti”.

Il gala di chiusura “Woke me up” offrirà per la prima volta una traduzione nel linguaggio dei segni per non udenti e ipoudenti, annuncia l’organizzazione del festival. L’evento vuole quindi essere “inclusivo e aperto a tutti”. Concretamente, la traduzione verrà effettuata in diretta nelle date del 6 e 7 febbraio. “Quattro persone, tra cui due sordi e due traduttori dell’associazione Vice e Versa, si alterneranno ogni 20 minuti per garantire una traduzione fluida ed energica nella lingua dei segni. . Installati in uno stand con uno schermo televisivo sul palco, tradurranno l’intero spettacolo in tempo reale, fornendo un’esperienza inclusiva e coinvolgente per tutti”, presenta il team di Lillarious.

Ricordiamo che questo gala unico (fatto su misura per il festival) sarà orchestrato da due figure emblematiche della scena comica: Aymeric Lompret e Pierre-Emmanuel Barré.

Un momento emozionante nella prospettiva che purtroppo per chi è interessato è già piena. Ma hai ancora la possibilità di vedere altri spettacoli offerti nell’ambito del festival. Tutte le informazioni sono online sul sito ufficiale di Lillarious.

Segui tutte le notizie dalle tue città e media preferiti iscrivendoti a Mon Actu.

-

PREV I residenti dell’eco-distretto di Delémont tassati sul consumo energetico “teorico”.
NEXT Doppia cultura e trauma elettorale… Leïla Slimani si confida nel titolo del podcast