L’OSR lancia un’app per vivere un concerto dall’interno

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Uno sguardo intenso, silenzi significativi e una tensione onnipresente: “Playing with Fire”, l’ultimo film con Vincent Lindon nei panni di un padre i cui figli sono Benjamin Voisin e Stéfan Crépon, si distingue per il suo approccio emotivo e la sua profondità quando i legami fraterni si intrecciano in una storia estremista. I giovani attori sono stati miei ospiti dove risate e battute hanno contribuito a rilassare l’atmosfera mentre si affrontavano temi seri.

“Questo film non è manicheo”, sottolinea Benjamin Voisin. “Non detta ciò che è buono o cattivo, ma invita lo spettatore a riflettere sugli sviluppi della nostra società e sulle fratture che provocano. » La storia è incentrata su due fratelli, interpretati da Voisin e Crépon, che si confrontano con la radicalizzazione di uno di loro in un contesto in cui la violenza e le tensioni identitarie prevalgono sull’amore familiare.

Riflessione sulle scelte individuali

Nel film i registi scelgono di non giustificare le azioni dei personaggi con elementi biografici. “L’assenza della madre, del padre operaio che fa del suo meglio… niente di tutto ciò spiega o giustifica ciò che accade al mio personaggio”, afferma Voisin. “Ciò dimostra che la radicalizzazione è soprattutto una questione di percezione del mondo. »

Stéfan Crépon, che interpreta il fratello “di successo”, descrive con emozione le sfide del suo ruolo. “Il mio personaggio cerca di mantenere l’equilibrio in questa famiglia divisa, ma lui stesso è sopraffatto dall’assenza di sua madre e dal peso di due forti personalità attorno a lui. » Una posizione complessa, rafforzata dalla bella scrittura della sceneggiatura adattata da un romanzo acclamato.

La troupe cinematografica, guidata da Vincent Lindon al culmine della sua carriera, sembra aver trovato una vera alchimia. “Sul set siamo quasi una vera famiglia”, confida Crépon, “Vincent fissa un livello così alto che possiamo solo superare noi stessi. » I due attori, amici di lunga data, ammettono che la loro vicinanza ha facilitato il loro lavoro. “Interpretare i fratelli è stato naturale, lo eravamo quasi già nella vita”, aggiunge Voisin.

Aprirsi in un mondo chiuso

Sullo sfondo, il film mette in discussione gli eccessi della società moderna, dalle tensioni identitarie alle questioni di appartenenza. Per Voisin, “è affascinante vedere come, in un mondo che sostiene l’apertura, costruiamo contemporaneamente muri invisibili attraverso discorsi esclusivi. »

Senza mai sprofondare nella gratuità o nella violenza senza senso, “Playing with Fire” si affida a non detti, sguardi e dilemmi morali per affascinare il suo pubblico. Un’esperienza che Voisin riassume così: “Vedere questo film al cinema, senza sosta, è condannarsi a seguire i personaggi nel loro viaggio, fino all’inevitabile. »

“Playing with Fire” sarà nelle sale il 22 gennaio.

Con l’intelligenza artificiale

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