Per il suo primo lungometraggio, Laura Piani, sceneggiatrice di formazione, sceglie di seguire una strada che in realtà credevamo inaridita dalla fine del XX secolo: la commedia romantica al quadrato, cioè la commedia romantica inglese, con un tocco dolcemente eroina perduta, perseguitata dalla letteratura, annidata nella sua libreria di legno massiccio (il leggendario negozio Shakespeare and Company) e incontra il Principe Azzurro durante un breve soggiorno in una villa d’oltremanica, in seguito ad alcuni malintesi e avventure fantasiose. Una ricetta poco attuale, che punta tutto su un fascino d’altri tempi che, se non è fondamentalmente antipatico, solleva interrogativi come scelta di un’opera prima. Qui, le dolci avventure di Agathe sono portate avanti dall’attrice Camille Rutherford, perfetta nella sua presenza allampanata di eterna post-adolescente, intrappolata tra un atteggiamento sognante e desideri goffi, iniettando la giusta dose di anacronismo per farci credere quando dice di essere nato nel secolo sbagliato. L’immagine finemente scolpita del direttore della fotografia Pierre Mazoyer (già noto per il suo lavoro su l’uomo d’argilla) va anche a merito del film, in quanto fornisce materiale su cui riflettere mentre il programma di Jane Austen… si svolge senza intoppi davanti ai nostri occhi. Peccato che il film non scelga mai
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