La miniserie di successo di Netflix sulla conquista dell’Occidente che scuote gli animi sensibili

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Chi si nasconde dietro i cappucci indossati dagli aggressori? Perché tanta rabbia da uccidere? Quali sono gli interessi politici dei belligeranti coinvolti? E come riusciranno Sara e suo figlio a salvarsi la pelle?

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La poco conosciuta guerra dello Utah

Episodio poco conosciuto della storia americana, la Guerra dello Utah è al centro di questa miniserie in sei episodi, sceneggiata da un certo Mark L. Smith, lo stesso che, nel 2016, firmò Il Revenant per Alejandro González Iñárritu. L’uomo quindi conosce il suo soggetto e il regista il suo poiché dobbiamo a Peter Berg successi simili Cose molto brutte o molto più vicina a noi, la serie Antidolorifico. Fu proprio sul set di quest’ultimo che conobbe Taylor Kitsch al quale offre, oggi, uno dei personaggi più belli dellaAll’alba dell’America.

Taylor Kitsch, pistola solare e solitaria. ©Netflix

Perché, nella loro fuga a capofitto, Sara e suo figlio potranno contare sull’aiuto di Isaac, un pistolero inizialmente restio ad imbarcarsi su un bagaglio così pesante. Ma sarà proprio a questo lupo solitario, sporco, barbuto, ma incredibilmente attraente che ci affezioneremo nel corso dei sei episodi; con lui che cavalcheremo nelle foreste ghiacciate e saremo commossi da tutte le bellezze e tutte le crudeltà del mondo.

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Di fronte al grigio e al freddo, Peter Berg e il suo direttore della fotografia, il francese Jacques Jouffret, di cui va sottolineato l’eccellente lavoro, contrastano i colori caldi quando i discorsi religiosi di Brigham Young si accendono in mezzo al deserto dove, letteralmente, predica .

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E quando soldati e indiani si uccidono a vicenda con asce, fucili, pistole, frecce (e ne dimentichiamo alcune), le parole dei mormoni fanatizzano una folla crescente e la spingono a usare tutti i mezzi per insediare finalmente il potere della Chiesa di Gesù. Cristo dei Santi degli Ultimi Giorni. Due forme di violenza che non hanno nulla da invidiarsi e che risuonano crudelmente con alcuni conflitti del qui e ora.

Paesaggio di desolazione dopo il massacro di Mountain Meadows, 11 settembre 1857.Paesaggio di desolazione dopo il massacro di Mountain Meadows, 11 settembre 1857.
Paesaggio di desolazione dopo il massacro di Mountain Meadows, 11 settembre 1857. ©Netflix

In questo western moderno, pensato per non avere un seguito – e sarebbe auspicabile, visto il finale così superbo – si susseguono scene di insopportabile crudeltà. Troppo, indubbiamente, per gli animi sensibili (nulla ti viene risparmiato, dal cuoio capelluto ai cervelli fatti saltare a colpi di sei colpi) e questa è senza dubbio la principale critica che si può muovere Primordiale americano (nel titolo originale). Perché, del resto, ne usciamo più ricchi di lezioni storiche, in particolare sul modo brutale con cui i mormoni, sotto l’egida di un leader mezzo matto (o visionario, dipende dalla parte che si sceglie), hanno imposto le loro convinzioni. e le loro leggi, al prezzo del sangue (e di alcuni negoziati) con la nazione americana.

  • All’alba dell’America/American Primevalserie creata da Eric Newman, scritta da Mark L. Smith, diretta da Peter Berg Con Taylor Kitsch, Betty Gilpin, Preston Mota, Shawnee Pourier, Kim Coates… Netflix 6×50 minuti.

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