Boulez, Manoury e Wagner esaltati da Thomas Guggeis e dall’Orchestre national de

Boulez, Manoury e Wagner esaltati da Thomas Guggeis e dall’Orchestre national de
Boulez, Manoury e Wagner esaltati da Thomas Guggeis e dall’Orchestre national de France
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Parigi. Grande Salle Pierre-Boulez della Philharmonie de Paris. 17-I-2025, 20 Philippe Manoury (nato nel 1952): Maelström / Omaggio a Pierre Boulez (2024); Pierre Boulez (1925-2016), Notazioni per orchestra, da I a IV e da VII (1945, 1978-1980, 1997 e revisione nel 2004) Richard Wagner (1813-1883): La Walkyrie, VWW 86B, Atto I (1870 ). Johanni van Oostrum, soprano; Klaus Florian Vogt, tenore; Falk Struckmann, basso. Orchestra Nazionale di Francia, direttore: Thomas Guggeis

Questa sera, il Centenario Pierre Boulez spalanca la bussola programmando, oltre a un brano del celebre compositore, l’omaggio che un erede, Philippe Manoury, gli ha appena scritto, e un’opera di un maestro del passato che il direttore d’orchestra Boulez ha contribuito a rispolverare: Richard Wagner.

Composto nel 2024 da Philippe Manoury, Maelström (Omaggio a Pierre Boulez) è un breve pezzo orchestrale di circa cinque minuti che è allo stesso tempo espressivo, sontuoso e scritto in un unico, potente gesto. Verrà presentato questa sera in prima mondiale. Una fonte di ispirazione: Notazione VIII di Pierre Boulez; un prestito reinterpretato: l’intervallo di quarta che evolve nell’insieme diventa una quinta in Manoury; un’idea guida centrale per questi due musicisti: il futuro del materiale. Da qui il titolo di Vortice per rendere conto di questo turbinio tumultuoso che accumula le tensioni in una sorta di caos organizzato che contamina rapidamente l’intera orchestra. C’è infatti qualcosa di marittimo o meteorologico in questo brano che, pur celebrando soprattutto la potenza che innerva la di Boulez, non è privo di raffinatezza, anzi. Gioca costantemente sui colori e sui rapporti di massa, mentre moltiplica gli incidenti: evocazioni pizzicati Musica per archi, percussioni e celesta di Béla Bartók, gioiosa fluidità dei flauti dal ricordo lontano Vacanzesecondo movimento di Notturni di Claude Debussy, accordi martellati dagli ottoni, o anche una coda intervallata da improvvisi silenzi. Thomas Guggeis e l’Orchestre national de trasportano il pubblico in questo vortice non appena è formato e finito.

In origine c’era Dodici Notazioni per pianoforte. Diversi decenni più tardi, Pierre Boulez nell’orchestra cinque – da I a IV e VII –, presentato questa sera. Orchestrazione, certo, ma trasformazione, cioè estensione attraverso la complessificazione dell’idea musicale primitiva. È infatti la moltiplicazione delle risorse che interessa al musicista Notazioni per orchestrache sono come studi in cui domina il carattere impersonale di un rigoglioso discorso autonomo dai timbri cangianti, mosso dalla forza irresistibile del ritmo, e la cui percezione è offuscata da un gioco sulla velocità e brevità del movimento così come sulla stratificazione di combinazioni orchestrali. Una certa varietà è introdotta dall’ordine di esecuzione di questi cinque brani indipendenti, ordine consigliato dal compositore, che ha voluto trasmettere le differenze di ritmo: IO, IV, III, II. Infine, il VII. Si passa così successivamente da “moderato, fantasioso” a “ritmico”, “molto moderato” e “molto vivace, stridente”. Lo splendore del timbro orchestrale è reso magnificamente dalla falange e dal suo leader.

Ultimo, ma non per importanzaAtto I di La Valchiria di Richard Wagner! Omaggio, ovviamente, allo chef Pierre Boulez. Ma, a differenza della svolta astratta della musica di quest’ultimo, tutto qui è atmosfera, a volte tragica, a volte guerriera, a volte amorevole. Due cose da ricordare soprattutto: da un lato, lo straordinario vigore e finezza di un’orchestra che costituisce un personaggio a sé stante, una sorta di narratore onnisciente, sia che suoni per intero, come leitmotiv, o ridotto con un solo strumento , come nel caso del violoncello che suona l’aria dell’Amore; dall’altro, la presenza di tre cantanti wagneriani: il soprano Johanni van Oostrum (Sieglinde), il tenore Klaus Florian Vogt (Siegmund) e il basso-baritono Falk Struckmann (Hunding), che esprimono finemente tutte le inflessioni vocali e i gesti autorizzati da una versione da concerto. Menzione speciale per la coppia di star, gemelli che non sono consapevoli della loro relazione, ma si innamorano all’istante… Gli ascoltatori sono quindi immediatamente immersi in questo inizio molto drammatico di un’opera, avvolta nella fantasia medievale. Piena questa sera, la Grande Salle Pierre Boulez esplode in applausi per salutare l’esibizione dei musicisti.

Crediti fotografici: © Orchestre national de France

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Parigi. Grande Salle Pierre-Boulez della Philharmonie de Paris. 17-I-2025, 20 Philippe Manoury (nato nel 1952): Maelström / Omaggio a Pierre Boulez (2024); Pierre Boulez (1925-2016), Notazioni per orchestra, da I a IV e da VII (1945, 1978-1980, 1997 e revisione nel 2004) Richard Wagner (1813-1883): La Walkyrie, VWW 86B, Atto I (1870 ). Johanni van Oostrum, soprano; Klaus Florian Vogt, tenore; Falk Struckmann, basso. Orchestra Nazionale di Francia, direttore: Thomas Guggeis

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