In «Les Petites Musiques» Roland Buti ritrae un’eroina libera nella Svizzera conservatrice degli anni ’70

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Pubblicato il 18 gennaio 2025 alle 12:24 / Modificato il 18 gennaio 2025 alle 13:19

7 minuti. lettura

Sei anni dopo Gran Nazionale (Frontier Letters Prize) e dodici anni dopo Il centro dell’orizzonte (Premio svizzero di letteratura, Premio del pubblico RTS, adattamento cinematografico di Delphine Lehericey), ecco il nuovo, atteso romanzo di Roland Buti. Piccola musica è ambientato a Sainte-Croix, alla fine degli anni ’60, in una città che esporta carillon e fotocamere Bolex in tutto il mondo. Questo eccezionale patrimonio industriale è già sempre più in competizione con l’elettronica. Diversi personaggi cercano di inserirsi in una società rigida: la coppia di immigrati formata da Masa e Rocca e i loro due figli, Ivo e Jana.

Jana è l’eroina principale di questo romanzo che sa coniugare una grande sensualità, una porosità organica e dei sentimenti, con una costruzione rigorosa, degna di una meccanica d’avanguardia. Jana accetta di lasciarsi “invadere” dalla natura del Giura, si sdraia sui formicai, cammina nuda nel bosco, si arrampica sugli alberi, scrive poesie e vive la sua sessualità senza ostacoli. Lei disturba l’ordine di una società troppo ben regolamentata, che finisce per privarla della sua libertà.

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