l’essenziale
Cantante di successo da quarant’anni, attore, ritorna, dopo l’uscita alla fine del 2024 del suo album anniversario, con un libro sulla scomparsa di sua madre, il suo centro del mondo, una storia onirica intima e insolita allo stesso tempo. . che segna l’inizio di una seconda nascita. Incontro con un eterno amante delle parole, delle arti e dell’amore. Marc Lavoine parla del suo libro e del suo incontro con Adriana Karembeu.
ALP: Il tuo libro è sconcertante: scritto in prima persona, pieno di fatti veri, ma avvolto nel surrealismo. Le ultime settimane di vita di tua madre, poi la sua morte, il punto centrale della storia, sono molto reali…
Marc Lavoine : Sì, lascio il lettore libero di prendere una decisione: di scoprire cos’è la realtà, cosa è inventato. Tutti i personaggi esistono, anche se ho cambiato i loro nomi. Ho costruito un racconto onirico, poetico, a tratti surrealista, proprio perché era per me anche un modo di elaborare il lutto e di scrivere di ciò che mia madre non sapeva di lei e di ciò che mi aveva raccontato.
Cosa vorresti che i lettori dicessero di questo libro?
Che non è né un romanzo né un racconto, ma che è un racconto, un racconto universale. E che sia un libro sulle donne, su “la” donna, quest’isola misteriosa che gli uomini dovrebbero rispettare.
Sono passati diversi anni tra la morte di tua madre e la pubblicazione di questo libro. Avevi bisogno di un trigger?
Quando mio padre se ne andò, io rimasi sveglio. Ma quando mia madre morì, crollai, sia in senso letterale che figurato. In effetti, questo libro sta maturando nella mia testa da anni. Mia madre è morta circa sei o sette anni fa. Non conosco nemmeno la sua data di morte, ricordo solo la data di nascita.
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E poi un giorno ho sentito il bisogno di scrivere. Questo libro è nato in tre settimane, in un colpo solo. Allora non ho fatto altro che questo per giorni, scrivendo, senza vita al di fuori di questa attività divenuta essenziale, arrivando addirittura ad addormentarmi sulle pagine quando ero davvero troppo esausto. Ho realizzato questo libro, credo, perché finalmente ero pronto a lasciarla andare.
Scrivi che tua madre “è morta male”. Cosa intendi ?
Avrebbe potuto vivere un po’ più a lungo, se avessi preso una decisione, quella di affidarla alle mani di un medico amico, che le aveva già salvato il cuore debole due volte. Mi pento di non essere stato più coraggioso, di aver ceduto a chi diceva che era in buone mani. Ho portato questo senso di colpa per molto tempo. “Morire meglio” significa “morire dopo”. Vivevo con l’impressione di aver realizzato qualcosa con lei, ma di aver mancato la sua morte. Soprattutto da quando è morta senza di me, non ero al suo capezzale quando è successo. Ma era logoro come il pavimento in parquet dell’Opera di Parigi, logorato dagli attriti della vita.
“Una madre ti rimette al mondo il giorno in cui muore”, scrivi. Hai la sensazione di essere un uomo nuovo dopo la sua morte?
In ogni caso convivo con questa mancanza, ci penso tutti i giorni, ma non è negativo. Alla fine ho deciso di lasciarla, perché un genitore non è tuo. Era il centro del mio mondo e quando mi lasciò andare la mano non sapevo dove fossi. Ho cercato a lungo di ritrovarla tra altre braccia.
Fai anche questa confessione: “L’ho amato come non ho mai amato da allora”. Sembra che la vita da allora vi abbia riservato una bella sorpresa romantica (Marc Lavoine ha reso pubblica la coppia che forma con Adriana Karembeu, ndr)!
Infatti sono stata sola per tre anni, poi è uscito il mio album dell’anniversario, il libro era in preparazione e mi è capitato questo incontro… Mi è letteralmente caduto sull’angolo della faccia. Ma era ovvio. Sono felice. A 62 anni inizia la mia vita!
Sei stata derisa per i baci scambiati in pubblico con Adriana Karembeu durante il Concerto per la Pace a Parigi lo scorso settembre. Come affronti queste critiche?
Non ho esitato a essere espansivo quel giorno, perché conosco troppo bene la stampa scandalistica: inventa storie, che poi vengono riprese da altri; Ho preferito controllare il corso delle cose.
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I fotografi presenti ovviamente erano entusiasti di questi sfoghi, e le critiche sentite qua e là non mi sono arrivate. Quello che ricordo sono le parole delle persone che incontro per strada, che mi dicono quanto sono felici per me. Lo so, in realtà la maggior parte delle persone ama la felicità.