Pubblicato l’11 gennaio 2025 alle 21:29 / Modificato l’11 gennaio 2025 alle 21:29
5 minuti. lettura
Già da bambino sognava questo libro che mescolasse testo e immagine per districare il groviglio di certezze che vincolano il pensiero e le società. Il titolo gli venne più tardi, negli anni Settanta, risonante di scontro di ideologie, nella forma ossimorica di Manifesto incerto. Evocando una raccolta di fantasmi ed eroi dimenticati, artisti illustri e compagni di viaggio, Frédéric Pajak ha lanciato la sua grande opera in nove volumi nel 2012. Al ritmo di un titolo all’anno, viaggia in compagnia di Walter Benjamin, André Breton e Nadja, Hannah Arendt, Edward Hopper, Van Gogh, Gébé, Beckett, Cesare Pavese, Schmol e Bugnol, Ezra Pound, i poeti Emily Dickinson e Marina Cvetaieva, Mix & Remix, Ernest Renan, Paul Léautaud…
Con loro e tanti altri, declina le strofe della fraternità preoccupata, introduce il dubbio nei dogmi, decostruisce luoghi comuni e pregiudizi per rivelare un’altra storia, una “storia nascosta” dell’arte e dell’essere umano.
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