Point d’Appui: Come sei diventato narratore e poeta?
Fred Pougeard : Sono sempre stato un narratore. Mio padre aveva 8 fratelli e sorelle e durante le grandi riunioni di famiglia, sotto i grandi alberi a traliccio dello stagno di Saint-Yrieix Les Bois, mi veniva sempre chiesto di raccontare piccole storie e questo mi piaceva. Molto più tardi, una notte d’estate, nella Creuse, ero tra il pubblico di una festa, sdraiato su un sacco di patate, in un prato; un astronomo mostrò le costellazioni e due narratori continuarono su questa parte della mitologia greca che disegna il cielo. Era il teatro più bello del mondo. Ho deciso che era quello che volevo fare: raccontare storie. Il 17 gennaio ci sarà uno di quei miti della creazione che probabilmente i due artisti raccontarono quella notte, tanto tempo fa. Come potrebbe, allo stesso tempo, non nascere il gusto per la poesia? Soprattutto perché vivo di musica e non può esistere poesia senza pensiero musicale.
P.dA: In cosa consisterà il tuo evento del 17 gennaio?
FP : Sarà una passeggiata con le storie. All’esterno ci saranno due storie, il tempo per far venire voglia al pubblico di riscaldarsi, poi finiremo all’Espace Andrée Chedid. Racconterò, a seconda dei luoghi esterni, alcune storie che ne faranno discretamente eco e nel centro culturale che porta il nome di una grande signora della poesia, racconterò in particolare una storia che ci viene da un altro gigante: una cantastorie certamente, ma soprattutto una poetessa e poi un’etnologa e una giornalista, Marcelle Delpastre. Il cui centenario sarà celebrato nel 2025.
P.dA: Che messaggi trasmetti quando racconti storie?
FP : Racconti, miti, se sono giunti fino a noi, al di là del miracolo della trasmissione orale o scritta, è probabilmente per la forza della loro inesauribile polisemia: non recapitano uno ma messaggi che a volte erano così ben nascosti da rivelarsi solo a noi molto tempo dopo che abbiamo scoperto le storie. Incantano nuovamente il mondo, ci raccontano anche la sua costante crudeltà, ma spesso con questa dose di umorismo che ci permette di respirare, di continuare ad andare avanti.