BHL su “Le Monde”, cinquant’anni di presenza costante

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Bernard-Henri Lévy, 14 novembre 2021. TOMMASO SANSONE / AFP

Dnel suo cinquantesimo libro, notte insonne (Grasset), Bernard Henri-Lévy ritiene che “ dormire è già un po’ morire “. Da più di cinquant’anni, l’iperattivo autore ha fatto di tutto per non scomparire. Obiettivo raggiunto se vogliamo credere alla sua costante presenza Il mondo da mezzo secolo: ben 1.539 occorrenze sotto il suo cognome o sotto le sue famose iniziali, “BHL”, distribuite tra ritratti, recensioni di suoi libri o film, rubriche, interviste e perfino alcune segnalazioni autografe del suo nome sui giornali, dove il celebre intellettuale è stato membro del consiglio di sorveglianza dal novembre 2010 al giugno 2022.

La prima volta che Il mondo scrisse Bernard Henri-Lévy risale al 30 gennaio 1973. Il giovane, presentato come “ex studente dell’Ecole Normale Supérieure” e giornalista quotidiano Combattere, accompagna l’autore Jean-Edern Hallier, già appassionato di polemiche, nel programma televisivo “Italiques”. Uno spettacolo al quale non sono più invitati e dal quale devono abbandonare sotto la protezione della polizia.

Nello stesso anno, il 26 aprile, il quotidiano serale raccontava gli inizi fiaccati della carriera del giovane intellettuale. Nella recensione della sua prima opera, sulla nascita del Bangladesh, l’articolo lo sottolinea “Il signor Lévy ha commesso numerosi errori e contraddizioni deplorevoli”. Due anni dopo, il 25 gennaio 1975, Il mondo annuncia che lo scrittore, che ha adottato “un certo modo molto rocardiano di riprendere fiato nel mezzo di una parola e di accelerare le ultime sillabe”, lancia, con i soldi della famiglia, un nuovo quotidiano chiamato L’inaspettato. Per mancanza di lettori la pubblicazione si interromperà dopo undici giorni.

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