È un tempo non molto tempo fa, ma passato. Nel secolo scorso, dalla fine degli anni ’70 all’inizio degli anni ’90, Arles è stata una città rock, fucina di un centinaio di gruppi: Nain Jaune, Sealsia, Black Order, Dram, Rocky L’amour, Novo Homo , Corpo Esclusivo…
Anche se “pochi esplosero“, specifica Jean Gil, ancora musicista nel tempo libero con il gruppo Charles Dexter Ward. Con la sua associazione Arles-sur-Rock, è uno dei perni della mostra Le 45 tournée del Rock’stival (1979-2024)presentato fino al 31 gennaio in mediateca. Un bellissimo omaggio agli attori e alle attrici, dai servizi comunali ai musicisti, che hanno contribuito all’onda rock che ha travolto la città per un decennio. Perché prima di Les Suds, ad Arles e Les Escales du Cargo, la piccola Roma dei Galli visse un altro grande festival musicale: il Podium musical che sarebbe diventato il Rock’stival. Mai come adesso la musica attuale ha varcato la soglia del teatro antico.
“C’era una grande energia”
Grazie al contributo di coloro che hanno vissuto questa storia, la mostra, che comprende anche un film diretto da Jean Gil e montato da Serge Benkemoun, restituisce il racconto commovente di un’avventura culturale e popolare che avrà permesso a molti giovani di gruppi locali di venire fuori dalle cantine in cui provavano per esibirsi nel teatro antico e anche nelle arene, aprendo ad artisti di primo piano tra i più diversi come Bijou, Au Bonheur des dames, Bashung, Noir Désir, Carmen, Les Satellites, Gamine, Raoul Petite, Gangsters d’amour, Little Bob Story e perfino The Cure.