lArtisti e creatori si trovano ad affrontare una situazione senza precedenti. Un meccanismo inanimato è capace di emettere proposizioni che somigliano molto a ciò che è consuetudine considerare creazione. Naturalmente, nel corso della storia, numerosi progressi tecnologici hanno modificato la gamma delle possibilità di espressione artistica, ma mai interferendo con questo processo molto particolare che ci permette di progettare opere. Anche se consideriamo gli adiuvanti come l’alcol o altri psicofarmaci come potenti alleati dell’ispirazione, è chiaro che non hanno mai prodotto un’idea, un testo, un disegno o un brano musicale da un suggerimento.
Ma questo è ciò che sta accadendo oggi. Da una richiesta formulata in modo intelligibile, in meno tempo di quanto ci vuole per pensare, dalla scatola magica scaturisce una risposta spesso di straordinaria attualità. Tanto che se non fossimo consapevoli dell’incantesimo tecnologico che lo consente, potremmo rapidamente immaginare un’inquietante diavoleria, o addirittura evocare il rogo.
Personalmente ho utilizzato l’intelligenza artificiale (AI) in maniera del tutto disinibita da quando è stata resa accessibile al pubblico. Ho contribuito ampiamente a uno dei primi libri autopubblicati al mondo completamente illustrati da AI (una biografia di Gesù, per giunta). Distillo immagini animate in film. Faccio le voci fuori campo. Pezzi musicali. Diverse IA sono ora i miei fedeli partner per la sceneggiatura. E tengo corsi di formazione in cui condivido queste nuove pratiche. Negli ultimi due anni ho partecipato anche a tavole rotonde o masterclass sull’argomento. Entro quindi in contatto con molti artisti e ne discuto.
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Le reazioni sono diverse, ma si suddividono in categorie abbastanza identificabili. C’è chi è violentemente contrario. La maggior parte delle volte non hanno utilizzato l’intelligenza artificiale, e ne hanno un’idea tanto precisa quanto vaga: quella di un’entità metallica e senz’anima che rischia di soppiantarli a breve termine. Quelli che si insinuano, ma senza comunicare troppo, per paura di essere ostracizzati dalla propria comunità – questo è il caso di diversi illustratori, fumettisti e musicisti che conosco. Quelli che non hanno opinione, perché non capivano che davanti ai loro occhi si stava svolgendo una rivoluzione. E infine quelli, non moltissimi, che iniziano a provare ad usarlo.
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