Conosci qualche hotel che si chiama Inglaterra, ma che non ha nulla a che fare con l’Inghilterra? È il caso di quello dell’Avana che fu chiamato così dal suo proprietario, un ingegnere che fu anche tenente colonnello dell’esercito spagnolo. L’hotel ha festeggiato il suo 150°e compleanno il 23 dicembre 2024.
In effetti, l’Hotel Inglaterra non ha nulla di inglese, ma è tutto spagnolo. A cominciare dal suo patio di ispirazione andalusa e dalle sue piastrelle sivigliane: il suo snack bar si chiama infatti La Sevillana. L’ingegnere in questione aveva prima acquistato un albergo sul sito attuale che poi aveva un altro nome, poi aveva acquistato il famoso caffè El Louvre che si trova all’angolo con la via San Rafael, ed infine aveva unito i due edifici per realizzare l’hotel che noi sapere oggi.
Va detto che la posizione c’entra qualcosa. L’hotel si trova di fronte al Parque Central dove si erge il famoso monumento del poeta e apostolo dell’indipendenza cubana, José Marti. È anche all’inizio della sontuosa passeggiata del Prado (una replica di quella di Madrid), a un isolato dal magnifico Gran Teatro de La Habana Alicia Alonzo, a due isolati dal Capitolio meravigliosamente restaurato, situato al chilometro zero dell’Avana, con diversi hotel non meno prestigiosi nelle vicinanze come il Parque Central e il Gran Hotel Manzana Kempinski. L’Inglaterra, con la sua doppia fila di bellissime decappottabili in tutti i colori degli anni Cinquanta, parcheggiate tra il parco e l’hotel e pronte ad accompagnarvi in un memorabile e insolito tour della città, ha tutto per attirare una clientela giovane e diversificata che cerca un cambio di scenario, ma anche comfort.
Foto Jacques Lanctôt
Perché dovresti saperlo all’inizio del 20° secoloe secolo, l’Inglaterra era considerato l’albergo degli alberghi e aveva pochi concorrenti. Il ferro battuto, le piastrelle e gli apparecchi di illuminazione furono importati da Siviglia in Spagna, mentre i zoccoli delle pareti furono realizzati in mogano da ebanisti cubani.
Foto Jacques Lanctôt
Frequentavamo anche l’Inglaterra per la buona reputazione della sua tavola. I più grandi chef cubani, alcuni formatisi all’estero, hanno cucinato lì per una clientela raffinata dell’alta borghesia cubana, degli ambienti politici e del mondo delle arti. Vi mangiò il cantante lirico Caruso, attratto dalle specialità di pasta e riso alla milanese del suo chef Giovanni, soprannominato “l’orafo degli spaghetti” o l’“intagliatore di ravioli”, proprio come il grande poeta nicaraguense Rubén Dario.
Alcuni anni fa l’Hotel Inglaterra è stato completamente rinnovato. Ma la sua immensa terrazza, con vista sul parco e sul viavai della strada, con i suoi musicisti, con il suo personale attento, non è cambiata e offre ancora un’oasi di pace e freschezza dove è bello rilassarsi. rilassatevi con una birra fresca mentre guardate lo spettacolo dalla strada, uno spettacolo sempre molto vivace, di giorno e di sera.
Foto Jacques Lanctôt
La fine del 2024
Alcuni chiudevano il 2024 e aspettavano il 2025 in discoteche e bar, altri nei parchi dove si organizzavano feste popolari con orchestre e musica ad alto volume, altri con la famiglia che lanciava dal balcone un secchio d’acqua con il significato di “Buon viaggio 2024” o bruciando un uomo fatto di carta e legno per strada (il che significa più o meno la stessa cosa: ci liberiamo di tutto ciò a cui abbiamo fatto del male nel 2024). Ma un denominatore rimane comune a loro: tutti hanno ballato fino allo sfinimento su melodie alla moda, ripetendo “Congratulazioni per il nuovo anno!“. Ed è questo che vi auguro: un felice anno nuovo 2025!