Dice di voler, con le sue forme organiche, “seminare confusione”, “dare luogo a interpretazioni polisemiche”, “diffondere ambiguità”. E ci riesce benissimo, a metà tra Bellmer e le sue bambole “un po’ flosce” di Nathalie Sarraute in Infanziaanche se rimane strettamente non figurativo… Chantal Tichit, diplomata in incisione alle Belle Arti di Montpellier, ha poi scelto la strada dell’arte tessile perché “ci permette di comprendere il volume in modo complesso”, regalandoci è una densità, una materialità nutrita senza dubbio dalla sua infanzia nell’Aubrac, con un nonno contadino che amava scolpire il granito… Era una dei circa 130 artisti che esporranno quest’anno al Salon des artistes French, la cui prima edizione si tenne nel 1946, al Museo d’Arte Moderna della Città di Parigi (allora Palais des Beaux-Arts) e che da 78 anni difende la causa dell’astrazione. Dopo aver occupato per un periodo il Parc Floral de Vincennes, è tornato dal 2020 nell’intra-muros di Parigi, nello stesso periodo di Art Basel Paris, dividendosi in riva sinistra (al convento dei Cordeliers) e riva destra (Espace Commines ). Chantal Tichit ha ricevuto il premio di Arte quotidiana (tra 10 premi della critica, dal premio Art Absolument al premio Taylor Foundation), succedendo all’artista bosniaca Sladana Matic Trstenjak nel 2023.
Dal 17 al 20 ottobre si è svolto il Salon des Artistes Français.
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