Il ministro della Gioventù, dello Sport e della Cultura, Khady Diene Faye, ha effettuato sabato 7 dicembre una visita lampo al vecchio tribunale di Dakar, uno dei luoghi principali della selezione. Ha colto l’occasione per visitare la specialista della pittura su vetro, Germaine Anta Gaye, che Dak’art ha onorato e la cui mostra sarà ricordata per la sua attrazione e originalità. Tutti ne parlano. Installato nel magnifico letto di Germaine Anta Gaye, il ministro ha risposto in esclusiva alle nostre domande.
Si è svolta la 25esima edizione della biennale d’arte contemporanea africana di Dakar. Dopo 4 settimane intense e ricche di emozioni, il sipario di Dak’art 2024 è calato definitivamente questo sabato 7 dicembre, tra il grande sgomento di tanti giovani che hanno tentato invano di accedere al vecchio tribunale fino alle ore 20 circa.
Vedendo i giovani riuniti questo pomeriggio davanti al tribunale fino alle 19, il ministro si sente incoraggiato. Davanti alla nostra telecamera racconta le prospettive che si stanno delineando per questo evento visto l’entusiasmo e il successo di questa edizione.
Lo Stato potrebbe offrire eventi artistici intermedi quasi simili in maniera decentrata nelle regioni per avvicinare maggiormente i giovani all’arte. Il grande interesse dei giovani per questa biennale ha segnato più di una persona, è anche il pretesto per le autorità per pensare di fare di più e meglio, come spiega il ministro Khady Diène Gaye.
Inoltre, Khady Diene Faye è aperto all’idea di prolungare la durata di questo evento che storicamente è di un mese. Ma vista l’eccezionale mobilitazione dei giovanissimi fino alle ultime ore della chiusura, il ministro non è aperto a questa idea.
Eppure l’evento, che avrebbe dovuto tenersi a maggio, è stato rinviato di 6 mesi, facendo temere un fiasco sia nella partecipazione degli artisti che nell’interesse del pubblico. Ma paradossalmente la scommessa è stata vinta e i social network digitali sono stati largamente utilizzati.