Con il circo Trottola, un po’ di poesia in questo mondo di bruti

Con il circo Trottola, un po’ di poesia in questo mondo di bruti
Con il circo Trottola, un po’ di poesia in questo mondo di bruti
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In italiano strano significa strano. Hai detto strano? Che strano… Stranoquesto è anche il titolo del nuovo spettacolo circense Trottola. Un tendone, rosso fuori, blu dentro. Stand stretti, dalla verticalità vertiginosa, a forma di ferro di cavallo.

Un circo duro, metallico, che respira e fa cigolii e altri cigolii, sormontato da un organo. Un gigantesco carillon, una palla di neve da circo, un rifugio aperto a tutti, per prendere fiato, per la durata di uno spettacolo, di fronte all’assurdità del mondo.

Un incentivo a non affondare

In lontananza si sente il suono di una banda musicale. Immaginiamo acrobati che sfilano per le strade di una città fantastica, nella Terra Immaginaria. L’infanzia non è lontana, in agguato, pronta a balzare, a riprendersi. Non che sia una cura per la malinconia, no.

Piuttosto uno stimolo a non affondare, a “stare in verticale”, a riconnettersi con la poesia, i poeti. Una verticalità che sfida le leggi dell’assenza di gravità, un po’ di leggerezza in questo mondo di bruti, un po’ anche di umanità…

La guerra si sta preparando. Assume i colori scuri e fangosi di un campo di battaglia. Le parole non bastano, non bastano più. Si perdono in lontananza, raggiungendoci a pezzetti.

Un soldato gigante, che sembra disegnato da Tardi, si alza, sventola una bandiera bianco sporco in un gesto disperato ma salutare. Di fronte ai guerrafondai, un grido silenzioso, guerra contro la guerra, che stronzate, guerra!

Bonaventura taglia l’aria e la stupidità ambientale

Su questo percorso circolare di cianfrusaglie tenute insieme da un grande mistero e da grandi spit, si inserisce Bonaventura Gacon, il Don Chisciotte dei tempi moderni, lontano vagabondo celestiale cugino del Boudu di Renoir. Ha la stoffa di un corpo tozzo e massiccio, con i piedi sepolti nel terreno per trasportare e lanciare Titoune in aria, dispettoso come Campanellino.

Con la sua spada di legno Bonaventura taglia l’aria e la stupidità circostante. Titoune fa quello che vuole, vola via in numero vertiginoso: sotto il suo aspetto da bambola di pezza, il corpo e la testa non si piegano, indisciplinati fino alla fine delle capriole e delle altre scivolate che esegue.

Lei è questo granello di sabbia che viene a fermare la macchina da guerra, questo somaro dal fondo della classe che dice no con la testa… sì con il cuore, giusto per rimettere insieme i pezzi, per aprire brecce per resistere disincanto.

Un’avventura fantasy-poetica

Si inciampa nella struttura in lamiera ondulata, si arrampica sulla tenda, si inciampa, ci si alza, si gira in tondo. L’altro vola via, leggero, aereo, scherzoso, scivola su un pianoforte a coda mal riparato, salta in aria aggrappato al trapezio.

Un terzo assistente (Pierre Le Gouallec, in alternanza con Sébastien Brun), prende parte a questa avventura poetico-fantastica. Insieme o a turno, si dondoleranno su una scala gigante e noi tratteniamo il respiro, chiudiamo gli occhi, per paura che questi tre facciano scoppiare il soffitto del tendone.

Con loro, Samuel Legal, organista di professione, incoronato musicista dalla flemma britannica. Appollaiato in equilibrio su tutto questo disordine, gioca con i voli lirici della partitura, soffiando nei bronchi le canne del suo organo finché il tendone non trema. Vorremmo che lo spettacolo non finisse mai…

Al Centquatre, a Parigi, fino al 21 dicembre. Tour: Lorient, dal 10 al 14 gennaio 2025; Quimper, dal 22 al 29 gennaio; Lannion, dal 6 al 10 febbraio; Châlons-en-Champagne, dal 5 al 9 marzo; Marchin (Belgio), dal 28 marzo al 5 aprile; Villeneuve-d’Ascq, dal 26 al 30 aprile, e Lieusaint, dal 20 al 24 maggio.

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