In una scena notevole della prima stagione di L’amore è cieco: HabibiKarma, ballerina professionista, esegue movimenti aggraziati sotto lo sguardo complice delle sue amiche. Ma Ammar, il suo compagno, resta impietrito, il volto distorto dal disprezzo, una forma di malcelato disgusto. “È troppo volgare”, dice freddamente, riassumendo in una frase le tensioni che esistono tra il bisogno di modernità per alcuni e le aspettative patriarcali ancora presenti in alcune società arabe. Il silenzio che segue è pesante, ma Karma non si arrende. Mette fine alla loro relazione, dicendo che non sacrificherà la sua passione per soddisfare standard con cui non si identifica. Questa sequenza, ampiamente commentata sui social network, è diventata un simbolo della resistenza femminile, scatenando accesi dibattiti sul posto delle donne nelle società arabe.
Ispirato allo spettacolo americano L’amore è ciecolanciato nel 2020 su Netflix, la versione panaraba mantiene la stessa essenza e lo stesso concetto che ne hanno decretato il successo: single, 15 uomini e altrettante donne, cercano l’amore senza mai vedersi, interagendo solo attraverso conversazioni in capsule, fino a quando decidono se fidanzarsi o meno.
Qui quello che conta sono le affinità intellettuali. Se ci sarà una “partita”, ci sarà una proposta di matrimonio, sempre alla cieca. I due si incontreranno poi… Un vero successo, questo franchise, dopo essere stato adattato in diversi paesi, ha raggiunto culture più sensibili verso alcuni temi che, altrove, sono dati per scontati.
I presentatori principali di “Love is Blind: Habibi”: Khaled Saqer e sua moglie Elham Ali. Foto di Netflix
L’idea centrale è semplice ma efficace: l’amore può trascendere l’aspetto fisico in un’era dominata dalle app e dall’aspetto degli appuntamenti. Possono le affinità intellettuali bastare e trionfare nelle nostre società dove l’apparenza è molto più essenziale dell’essere? Laddove le edizioni occidentali (Stati Uniti, Australia, Regno Unito) si concentrano sul dramma, sui conflitti e sulle normali dinamiche generazionali, la versione araba va oltre e si distingue per la sua capacità di esplorare questioni specifiche della regione.
La piattaforma ha adattato il concetto al Brasile, al Giappone, al Regno Unito e poi agli Emirati Arabi Uniti L’amore è cieco: Habibi. La famosa attrice Elham Ali e suo marito Khaled Saqer sono i padroni di casa.
Lanciato in ottobre, l’adattamento arabo ha rapidamente sedotto o almeno catturato l’attenzione degli spettatori. Girato a Dubai con partecipanti provenienti da Libano, Siria, Marocco e Tunisia, lo spettacolo è salito al sesto posto nel mondo tra le serie Netflix non anglofone, registrando 1,6 milioni di visualizzazioni secondo La Nazionale. Con il suo format unico, che privilegia la connessione emotiva prima di ogni contatto visivo, la versione orientale del reality gioca sul contrasto tra tradizione e modernità. Il suo successo si basa sulla capacità di affrontare questioni profondamente radicate nelle società arabe, pur rimanendo accattivanti e divertenti.
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Un laboratorio di cuori e mentalità
In questo adattamento panarabo, ogni interazione diventa un luogo per esplorare le tensioni culturali. Sotto la sua aria leggera e divertente, lo spettacolo tocca temi profondi: norme patriarcali, femminilità ed emancipazione.
Prendi il Karma. Rifiutando di soddisfare le richieste del suo partner, incarna una donna araba moderna, spezzando le catene delle tradizioni oppressive. Anche Nour, un’altra partecipante, si oppone a un uomo esigente che cerca di rinchiuderla in un ruolo tradizionale. Queste storie non sono semplici avventure, ma manifesti di affermazione personale.
Quando l’intimità diventa un atto di ribellione
I famosi “pod”, dove i candidati si scoprono alla cieca, diventano santuari dove l’apparenza e le aspettative esterne non hanno più alcun potere. Questi scambi intimi evidenziano le divisioni sociali e personali.
“Pensavamo che lo spettacolo avrebbe rispecchiato le nostre tradizioni, ma è più una lotta tra il controllo maschile e l’affermazione femminile”, riassume Randa Douaibes, una telespettatrice libanese. Miriam Khalil aggiunge: “Vedere Karma separarsi da Ammar perché non rispettava la sua passione è stato come vedere un’intera generazione liberarsi. »
L’amore è cieco: Habibi va quindi oltre il suo ruolo di reality show leggero. In ogni episodio pone domande essenziali che scuotono l’ordine stabilito: come bilanciare modernità e tradizione? Desideri e divieti? Le donne possono ottenere l’indipendenza senza essere giudicate? E soprattutto, cosa significa “trovare l’amore” in un contesto in cui le relazioni restano così regolamentate?
I social network sono in fiamme. Certe scene, come quella di Karma, diventano simboli. “Ha scelto la sua felicità invece di compiacere un uomo. Questa è la vera rivoluzione”, scrive un utente della rete X.
Emancipazione in prima serata
Al di là della ricerca dell’amore, L’amore è cieco: Habibi celebra una gioventù araba che rifiuta di conformarsi ciecamente alle aspettative patriarcali. I partecipanti, imperfetti ma autentici e sinceri, avviano un dialogo su cosa significhi amare ed essere amati in una società dove i divieti si scontrano ormai con il bisogno di libertà individuale.
Mescolando emozioni grezze e riflessione culturale, lo spettacolo si posiziona come catalizzatore del cambiamento. Mostra anche che l’emancipazione non avviene attraverso il rifiuto delle tradizioni, ma attraverso la loro reinvenzione.
Dopo la prima stagione rilasciata il 10 ottobre 2024 e il successivo successo, non è stato fatto alcun annuncio di rinnovo per quanto riguarda l’uscita della stagione 2 di L’amore è cieco: Habibi su Netflix. Tuttavia, l’ottava stagione della serie madre è stata effettivamente rinnovata.
In una scena notevole della prima stagione di Love Is Blind: Habibi, Karma, una ballerina professionista, esegue movimenti aggraziati sotto lo sguardo complice delle sue amiche. Ma Ammar, il suo compagno, resta impietrito, il volto distorto dal disprezzo, una forma di malcelato disgusto. “È troppo volgare”, dice freddamente, riassumendo in una frase le tensioni che…
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