Giovedì 5 dicembre all’Assemblea nazionale sono stati ascoltati due esponenti dell’industria cinematografica. Un distributore indipendente, Ad Vitam Distribution, e un esercente di cinema d’essai, Le Sélect, con sede ad Antony (Hauts-de-Seine). Oltre a due società che rivestono il doppio ruolo di distributore e operatore, UGC e Pathé. Questi attori del settore hanno parlato delle difficoltà che potrebbero incontrare nella gestione dei cosiddetti film « danneggiato » – le cui riprese sarebbero state viziate dalla denuncia di un atto di violenza sessuale – davanti alla commissione d’inchiesta relativa alle violenze commesse nel cinema, nell’audiovisivo, nelle arti dello spettacolo, nella moda e nella pubblicità.
Nato sotto l’impulso dell’attrice Judith Godrèche, questo organo parlamentare lanciato a maggio, chiuso il 9 giugno in seguito allo scioglimento dell’Assemblea nazionale, poi rilanciato il 5 novembre dalla nuova legislatura, ha già ascoltato diversi professionisti del cinema. Con un obiettivo: comprendere il modo in cui ciascuna professione del settore affronta il problema della violenza sessuale e di genere. E proporre soluzioni per combattere questa piaga.
I distributori intervengono prima della produzione di un’opera, anticipando denaro al produttore (il minimo garantito). Poi alla fine della catena, occupandosi della commercializzazione di un film, una volta girato. La violenza sessuale denunciata durante le riprese potrebbe quindi comportare una responsabilità finanziaria. “Siamo un collegamento molto esposto finanziariamente. Nei nostri contratti non abbiamo clausole specifiche riguardanti la violenza sessuale e di genere, nessuna fonte di finanziamento per i nostri minimi garantiti o per i nostri costi di pubblicazione”preoccupazioni Alexandra Henochsberg, direttore della distribuzione di Ad Vitam Distribution.
Responsabilità degli operatori
Secondo lei, esistono poche soluzioni legali per coprire questi rischi. Il regista è il distributore del film Lo giurodi Samuel Theis. Accusato di stupro da un tecnico, il direttore, che gli parla dell’argomento “rapporto consensuale”era stato esfiltrato dalle sue stesse riprese, nell’estate del 2023. “Sono andato a vedere il Centro Nazionale del Cinema e dell’Immagine Animata, per non ritrovarmi con un film estremamente difficile da mettere sul mercato. Ma non sono stato ascoltato. Il film esce a marzo e sono ancora solo”si è lamentato il distributore.
Ti resta il 35,89% di questo articolo da leggere. Il resto è riservato agli abbonati.