Sei cose da sapere su “Donne sul balcone”, l’esilarante commedia cruenta di Noémie Merlant che distrugge il patriarcato

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Uno scherzo punk sfrenato“, così Noémie Merlant descrive il suo film IL Donne sul balconenelle sale mercoledì 11 Dicembre, in cui affronta, con deliziosa libertà, temi forti che le stanno particolarmente a cuore : intimità femminile, stupro e sue conseguenze, oppressione patriarcale.

Interpreta (Élise) accanto a Sanda Caudreanu (Nicole), già apparsa nel suo primo lungometraggio. Amore mio, amore mio, e Souheila Yacoub (Rubino).

La regista Céline Sciamma, che lo ha rivelato in Ritratto della ragazza in fiamme (premio per la sceneggiatura e Queer Palm al Festival di Cannes nel 2019), ha contribuito alla stesura della sceneggiatura ed è il produttore esecutivo di questo (attesissimo) film.

1 Un trio al femminile in una Marsiglia infuocata

Élise, Nicole e Ruby sono coinquiline in un appartamento che condividono con il loro cane di nome Brad Pitt. Un appartamento situato nel cuore di Marsiglia, città dove la regista ha vissuto per tre anni e della quale si è innamorata, al punto da realizzare”il quarto personaggio del film“.

Nel film è estate, la colonnina di mercurio sta salendo e si prevede una forte ondata di caldo. Sul balcone, gli occhi del trio si concentrano sull’edificio di fronte dove sbuca un bel hidalgo che sfila regolarmente alla finestra (Lucas Bravo, il seducente chef diEmily a Parigi).

L’oggetto delle loro fantasie li invita presto a bere qualcosa. Si scopre che è un fotografo, con un forte tropismo per le donne nude… Da lì, il film vira verso l’assurdo, il thriller, la violenza fantastica e cruenta, che ne fa una commedia molto femminista e deliziosamente folle .

2 L’esperienza come punto di partenza

Noémie Merlant si è ispirata alle sue esperienze per scrivere Donne sul balconepunteggiato secondo lei”aneddoti presi dalla realtà“. “Gli stupri che subiscono i personaggi, li ho subiti”consegna bruscamente nel comunicato stampa.

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Noémie Merlant, Sanda Codreanu e Souheila Yacoub nel film

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Noémie Merlant, Sanda Codreanu e Souheila Yacoub nel film “Donne sul balcone” di Noémie Merlant. (TANDEM)

Tutto è iniziato quattro anni fa, durante il confinamento. Sentendosi oppressa, soffocata, lasciò improvvisamente il compagno e si rifugiò presso gli amici, e in particolare presso l’attrice Sanda Caudreanu e le sue sorelle. Lì, liberata dallo sguardo maschile, ha sperimentato una liberazione, una grande liberazione fisica salvifica.

All’AFP parla di “bozzolo liberatorio: abbiamo parlato dei nostri traumi, degli stupri, delle aggressioni più o meno gravi. I nostri corpi erano liberi, tra donne, non c’erano radar sessualizzanti, niente più diktat, i nostri corpi erano rilassati, volevo filmare questo”.

3Scoperta di una sorellanza salvifica

Ho vissuto per diversi mesi in questa sorta di gineceo, era una dinamica di vita diversa.” confida nel comunicato stampa. “Non avevo mai vissuto da solo e mai con donne, e questo mi ha fatto molto bene. C’erano molte discussioni tra noi, sui nostri sogni, sui nostri traumi, sui nostri desideri e poi sull’oppressione patriarcale”.

Una solidarietà che è evidente sullo schermo tra i tre personaggi femminili. “Ciò che emerge è una forma di verità. Eravamo in questa coesione sororale, dentro e fuori dal set“, anticipa al microfono dell’AFP Sanda Codreanu, che conosce Noémie Merlant da più di quindici anni ans.

Souheila Yacoub, nuova nel gruppo, ha trovato rapidamente il suo posto al centro del tandem. “Ho ritrovato una libertà di gioco che non avevo da molto tempo“, testimonia l’interessato.

4 Ispirazioni cinematografiche eclettiche

Per il suo secondo lungometraggio, l’attrice e regista ha voluto eccedere, con “una miscela di colori, texture, un film generoso ed esuberante, che rasenta il cattivo gusto e la volgarità, pur conservando l’umorismo“, riassume.

Nei miei riferimenti ci sono Viale della Morte di Tarantino, Donne sull’orlo di una crisi di nervi di Almodovar, alcuni film coreani, ma anche Babbo Natale è spazzatura di Jean-Marie Poiré e Lunotto posteriore d’Alfred Hitchcock”dettagli Noémie Merlant in Madame Figaro dalle 6 Dicembre, di cui adorna la copertina. Un cocktail infernale, cosa che lei giustifica chiaramente.

“Il mio soggetto è la liberazione dei miei personaggi femminili. Potrei farlo solo con la mescolanza di generi che permette di fare tutto”, continua. “L’assurdo, la commedia, il sangue. In questo tipo di film tutto è permesso e io volevo permettere tutto ai miei personaggi.”

5 Umorismo e violenza mista sotto forma di catarsi

Noémie Merlant, che ha scoperto il cinema grazie ai film horror asiatici guardati da bambina con la sorella, ha immaginato una commedia che non rifugge dal sangue. “Adoro i film horror, sono molto catartici” disse Signora Figaro. “C’è uno sbocco che ti permette di liberare tutta la violenza accumulata dentro di te.”

“C’è sangue, rabbia, violenza, ma loro sono in difesa, non per vendetta, vogliono solo fermare gli aggressori” analizza al microfono dell’AFP. “Non sono mai stato arrabbiato o violento in vita mia, lo metto nel film.”

Per allontanare la sessualizzazione dei corpi“l’umorismo e la satira sono armi forti“che usa così abilmente per far ridere e pensare le persone.”Dai problemi di cellulite, fino alla donna misteriosa e fantastica!“, proclama.”Mi piacciono questi personaggi colorati, donne molto caratterizzate, che parlano ad alta voce. A volte sono quasi caricature, i personaggi dei fumetti.

6 Una figura di Marilyn liberata dallo “sguardo maschile”

Nel film, Noémie Merlant aka Élise arriva indossando una parrucca bionda e un vestito rosso attillato di Marilyn Monroe. “Volevo divertirmi con i codici di sguardo maschile”, afferma nella cartella stampa. “In nei miei sogni, vedo Marylin ritrovare i suoi amici, in un bozzolo dove può salvarsi, essere viva e poco a poco liberarsi da questa figura assoluta che le impedisce di essere se stessa. Marilyn esiste solo attraverso il desiderio maschile, è stata plasmata da lui e per lui. Quindi è stato divertente e uno sbocco giocare con quella figura.”

Quello che sta cercando di fare qui è “invertire le prospettive, metterci nei panni dell’altro, riappropriarci delle nostre storie, come quella della violenza sessista e sessuale. Si trattava, ad esempio, di non mostrare lo stupro “spettacolare” di Ruby e di credere al suo personaggio, ma di filmare invece lo stupro coniugale subito da Élise, così poco mostrato e così poco compreso.

Questo film è vietato anche ai bambini sotto i 12 anni anni a causa di questa scena realistica di stupro in un contesto coniugale. Una scena sorprendente come questa frase pronunciata dal personaggio di Élise : “Possiamo essere noi stessi solo tra di noi“, che riassume bene il senso del film, un folle appello a favore dell’aspirazione delle donne a poter essere sempre se stesse.

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