Studiare i lemuri per comprendere lo sviluppo della musica negli esseri umani

Studiare i lemuri per comprendere lo sviluppo della musica negli esseri umani
Studiare i lemuri per comprendere lo sviluppo della musica negli esseri umani
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Secondo i ricercatori dell’Università di Warwick, i canti dei lemuri potrebbero rivelare il segreto dello sviluppo della musica negli esseri umani.

“Gli Indri, conosciuti come ‘lemuri cantanti’, vivono in piccoli gruppi familiari nella foresta pluviale del Madagascar e comunicano utilizzando canti, simili a quelli degli uccelli e degli esseri umani”, ha spiegato l’Università in un comunicato stampa diffuso la settimana scorsa.

Lo studio, pubblicato sulla rivista Annals of the New York Academy of Sciences, ha esplorato i diversi ritmi utilizzati da questi primati nei loro canti e nelle chiamate di allarme. Ha rivelato che gli indris usavano intervalli regolari tra i suoni per creare ritmi o cadenze coerenti, proprio come nella musica.

Per fare questo, il team di ricercatori dell’Università di Warwick e dell’Università di Torino ha studiato i richiami dei lemuri selvatici registrati nelle foreste del Madagascar tra il 2005 e il 2020.

Questo fenomeno di intervalli regolari nel suono, chiamato isocronia, sarebbe quindi presente in tutte le comunicazioni indri, sottolineandone l’importanza nello scambio di informazioni di questi primati.

Poiché i richiami di allarme probabilmente esistevano prima di vocalizzazioni più complesse come le canzoni, secondo lo studio l’isocronia potrebbe essere un ritmo ancestrale da cui si sono evoluti altri modelli ritmici.

“I risultati fanno luce sulle radici evolutive del ritmo musicale, dimostrando che gli elementi fondamentali della musica umana possono essere fatti risalire ai primi sistemi di comunicazione dei primati”, ha aggiunto la coautrice dello studio Daria Valente, del Dipartimento di Scienze della vita e biologia dei sistemi. dell’Università di Torino.

Tra le tante canzoni del lemure, una prevedeva tre ritmi vocali distinti.

“Questa scoperta posiziona gli indri come gli animali con il maggior numero di ritmi vocali condivisi con il repertorio musicale umano, superando così gli uccelli canori e altri mammiferi”, ha affermato la ricercatrice capo Chiara De Gregorio del dipartimento di psicologia dell’Università di Warwick.

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