Il resto dopo l’annuncio
Philippe Geluck è un famoso fumettista e umorista belga conosciuto soprattutto per il suo fumetto “Le Chat”, creato nel 1983. Il personaggio principale, un gatto filosofico e ironico, affronta con umorismo argomenti di vita quotidiana, politica e società. Oltre al suo lavoro di fumettista, Philippe Geluck è anche editorialista e conduttore televisivo. Attualmente in piena promozione del suo libro illustrato dal titolo “È tutto vero” in cui racconta tanti aneddoti personali “veritieri” e “pezzi selezionati” della sua vitalo scrittore era ospite dello show L’essenziale a Labro su C8 ieri, martedì 26 novembre. La stilista ha raccontato un aneddoto riguardante la grande Céline Dion mentre era di passaggio in Belgio per lavoro. “Quando vivevamo a sud di Bruxelles, nel Brabante Vallone, un giorno ci venne detto«veniva a vivere nel villaggio mentre provava il suo spettacolo a Las Vegas con il regista belga Franco Dragon, che ha prodotto produzioni per il Cirque du Soleil, ecc. E lui le chiese di venire a provare nella sua città natale, che non era lontana da casa mia“, ha esordito ricordando.
Fin qui tutto bene, ma è dopo che la storia si complica… Poi me lo ha spiegato “il suo team ha affittato una villa sontuosa, costruita su un edificio molto antico” e che a causa di fenomeni inspiegabili, “e“Ha passato un periodo molto brutto in questo periodo”: “Doveva risiedere lì per tre mesi e durò dieci giorniperché sentiva vibrazioni negative”, continuò Philippe Geluck. La storia non si ferma qui e lo scrittore belga ha fornito alcuni esempi di eventi inquietanti. “Ci siamo resi conto, ad esempio, eHa chiuso a chiave una porta con doppia chiusura, il giorno dopo la porta era aperta, non sapevamo come… C’erano luci che si accendevano e si spegnevano, la serranda della piscina che si apriva, che si chiudeva“, ha spiegato Philippe Geluck. Quest’ultimo ha poi confidato che è stata effettuata un’indagine e che ha fornito alcune chiavi di comprensione.
Una storia inquietante
Lo scrittore di E’ tutto vero poi dettagliato: “Abbiamo indagato un po’ nella regione. E infatti ci siamo resi conto che questa casa era stata costruita sulle rovine di un vecchio monastero in cui dei monaci impazziti avevano tolto la vita… Alcuni si erano suicidati, e quindi lei li sentiva davvero cattive vibrazioni.” Frutto del caso, della coincidenza o del messaggio subliminale, Philippe Geluck ha concluso con un altro fatto inquietante. “Sto scrivendo questo testo. Con il redattore di pagina contiamo il numero di segni nel testo: 1488. Il codice postale del villaggio dove vivevamo”, concluse con un sorriso sulle labbra. Una storia sorprendente che forse potrebbe anche essere oggetto di un film, come gli è stato raccontato con umorismo Filippo Labro.