24 ore: lettere ai lettori dal 1 luglio 2024

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Cinema, agricoltura, asilo a Sainte-Croix

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24 ore/lettori

Pubblicato oggi alle 7:45

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Cinema

Attore di statura internazionale, l’attore canadese Donald Sutherland è morto il 20 giugno in Florida all’età di 88 anni. La sua lunga figura (1,92 m) è apparsa nel “film” di oltre 200 film girati in sessant’anni, una carriera impressionante che abbraccia tutti i generi.

Donald Sutherland era innanzitutto una presenza, sia nel ruolo principale che in quello secondario “di lusso”, era uno di quegli attori di cui tutti conoscevano il volto, ma non sempre il nome. Ricco e lungo l’elenco dei registi che lo hanno realizzato (Fellini, Stone, Bertolucci, Hudson, Malle, Crichton, Irvin, Altman, Pakula, Sturges, Redford, ecc.). È stato anche l’ultimo dei “The Bastard Twelve” di Robert Aldrich (1961).

Pochissima TV per Donald Sutherland, ma film sul canale. Pochi lo sanno, ma Donald Sutherland ha girato a Ginevra nel 1993 un film, dal titolo “Punch” di Johannes Flütsch e Alan Birkinshaw, che racconta il viaggio tumultuoso e roccioso del grande pugile svizzero (Oberlander d’origine) Walter Blaser morto suicidio nel 1988 all’età di 41 anni a Ginevra. Il ruolo di Walter è stato interpretato da Ernst Siegrist.

Donald Sutherland ha interpretato egregiamente il ruolo del manager vestito con un abito blu scuro. Per le riprese è stata allestita una pista al teatro Pitoëff di Plainpalais. Ero una delle tante comparse che rappresentavano gli spettatori del combattimento. Una parte del film è stata girata anche nell’Oberland bernese.

Donald Sutherland dichiarò a “La Suisse” nel 1993: “Preferisco un piccolo ruolo in un grande film a un ruolo principale in un film che non stimo”, grande modestia per un attore che aveva Marlon Brando come suo idolo. Addio, Paperino!

Karim-Pierre Bahechar, Ginevra

agricoltura

Riguarda l’articolo “Un Eden agricolo si trasforma in un inferno amministrativo” (“24 ore” del 25 giugno).

A seguito di questo articolo molto preciso ed esauriente che ci riguarda, abbiamo ricevuto un numero impressionante di espressioni di simpatia e di sostegno, via e-mail, per posta, per telefono, da amici, conoscenti, persone che non conoscevamo. Tant’è che al momento ci è impossibile rispondere a tutti e abbiamo scelto questa strada per farlo e per ringraziarvi tutti per la vostra gentilezza. L’articolo metteva in luce la disfunzione della comunicazione tra popolazione e autorità, tra persone vive e difensori delle leggi “che” vengono decretate definitive e immutabili.

Ruth e Onorio Petralia, Ollon

Domanda: Qual è la differenza tra un governo autoritario e una democrazia burocratica in fuga? Risposta: nessuno! In una dittatura, il potere assoluto di una sola persona porta l’esercito ad appropriarsi delle terre dei contadini, fino a farli scomparire… nonostante l’opposizione. E qui, in Svizzera, a Ollon, è il potere assoluto dei burocrati a privare i contadini delle abitazioni e dei mezzi di sussistenza. Con questa constatazione spaventosa, che non c’è nessuno nello Stato che si assume alcuna responsabilità, avendo ogni servizio applicato le proprie norme. E nessuna figura politica – eletta per il bene della popolazione – correrà il rischio di dare un’occhiata! È allo stesso tempo ubuesco (Alfred Jarry) per la crudeltà e la megalomania e kafkiano per l’oppressione e il futuro da incubo degli ostaggi del regolamento!

Jean-Rodolphe Dellsperger, Vevey

Asilo a Sainte-Croix

Riguarda l’articolo “In fase di licenziamento, una madre minaccia la sua vita” (“24 ore” del 20 giugno).

Come cittadini della Santa Croce, siamo sgomenti per l’azione di questa giovane madre afghana che vive da troppo tempo in una profonda sofferenza.

Come possono le nostre autorità voler rimandare una donna in un paese, la Croazia, dove ha subito solo maltrattamenti mentre era incinta?

All’inizio del 2023, la coppia è finalmente arrivata in Svizzera dopo un viaggio migratorio difficile e traumatico, e le ragioni della loro fuga non sono state ascoltate, la loro vulnerabilità non è stata presa in considerazione.

L’asilo in Croazia non è come i tuoi sogni di vacanza in questo bellissimo paese. Per i migranti, questo luogo fa rima con un’accoglienza ostile, raramente un tetto sopra la testa, un accesso difficile o addirittura inesistente alle cure mediche, per non parlare del brutale incentivo a lasciare il Paese il più rapidamente possibile! Reportage seri hanno documentato la brutalità e la crudeltà della polizia croata.

Non capiamo perché la Svizzera si rifiuti di attivare la clausola di sovranità che permetterebbe a questa coppia e al loro bambino di 10 mesi di poter finalmente vedere un futuro pacifico e ricostruire le proprie vite. Questo è l’unico desiderio del marito, che con dolore constata: “Abbiamo sofferto tutto questo per quello?”

Quindi chiediamo con forza che questa disumanità finisca!

Anne-Lise Tanner, Sonja Desplos, Ste-Croix

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