Carcassonne. Agnès Varda celebrata agli Incontri Documentari

Carcassonne. Agnès Varda celebrata agli Incontri Documentari
Carcassonne. Agnès Varda celebrata agli Incontri Documentari
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l’essenziale
Pierre-Henri Gibert, autore del documentario “Viva Varda!” Proiettato ieri sera al castello del conte, l’attore Jean-Claude Dreyfus (padrino di questi Incontri) e la regista Anna Medveczky ripercorrono ciò che Agnès Varda (morta nel 2019) incarna ai loro occhi e la sua eredità all’universo cinematografico.

Non tutti necessariamente conoscono la loro filmografia come le proprie tasche, ma il loro nome e la loro silhouette risuonano immediatamente nell’inconscio collettivo. Grande cineasta della Settima Arte francese riconosciuta in tutto il mondo, Agnès Varda meritava pienamente un documentario incentrato sulla sua carriera e sulle sue singolarità. È stato Pierre-Henri Gibert a correre il rischio: il suo Viva Varda! è stato proiettato ieri sera al Castello di Comtal, nell’ambito della seconda serata degli Incontri di documentari di Carcassonne.

“Il cinema resta soprattutto una terra di uomini, ma questa donnina non si è posta la questione del suo genereindica il regista. Entrò subito, senza chiedere a nessuno.”. Insufficiente, tuttavia, per Pierre-Henri Gibert, che voleva trovare una nuova prospettiva. “Agnès Varda è stata anche la biografa di se stessa, e non vedevo il motivo di tornare su cose che lei aveva già raccontato meglio di quanto avrei fatto io.”. L’interessato scoprirà però una personalità in più “complesso” solo in apparenza, permettendogli di mostrare altri aspetti del cineasta.

“Eterna giovinezza”

“C’era un conflitto con suo padre, un grande industriale, poco interessato alle arti. Tutto l’approccio di Agnès Varda si è formato in risposta a questa figura paterna”. Al contrario, ci fu la scoperta negli Stati Uniti di questo zio, artista e iconoclasta decisamente hippie, che trovò molto più favore ai suoi occhi. In molti sensi, Agnès Varda non aveva paura di infrangere i codici: anticonformista all’epoca, avanguardia vista oggi.

“Il suo cinema è molto creativo”attesta l’attore Jean-Claude Dreyfus, sponsor di questi Incontri Documentari. “Non esitò a testare tecniche o strumenti che all’epoca non erano comuni”. Logico, in breve, se i suoi successi parlano ancora alle generazioni più giovani di cineasti. “L’ho scoperto quando ero piccola Nessun rifugio, nessuna legge, che mi è piaciuto molto”afferma la direttrice Anna Medevcki. “Ho rivisto Cléo dalle 5 alle 7 non molto tempo fa, e per la produzione di Knit’s Island, un lungometraggio documentario di cui sono produttore associato ambientato all’interno di un videogioco, ho avuto come riferimento Le spigolatrici e la spigolatrice : con i registi cercavamo anche le “patate”, filo conduttore del film! Effettivamente abbiamo pensato molto a Varda”.

Considerando questa influenza duratura, Jean-Claude Dreyfus non esita a parlare di un’opera che gode di a “eterna giovinezza”. Un’opera che merita tuttavia di essere esplorata in tutta la sua diversità: “Agnès Varda ha realizzato cortometraggi, documentari, mostreelenca Pierre-Henri Gibert. Guardare solo i suoi lungometraggi di finzione significa perdere il 70% del suo lavoro.”.

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