La School of Jewelry Arts si trasferisce in una nuova sede parigina

La School of Jewelry Arts si trasferisce in una nuova sede parigina
La School of Jewelry Arts si trasferisce in una nuova sede parigina
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La doratura dei saloni bianchi dell’Hôtel de Mercy-Argenteau, 19 settembre 2023. IGOR PJöRRT PER M LE MAGAZINE DU MONDE

Gioielli a forma di uccello, schizzi a guazzo, creatori eccezionali come Jean Vendome (1930-2017) o collezionisti appassionati come Yves Gastou… La Scuola di Arti Gioiellerie, sin dalla sua creazione nel 2012, organizza mostre sui temi più diversi. Ma i 900 metri quadrati di Parigi in rue Danielle-Casanova, a due passi da Place Vendôme, “erano scuri e i soffitti bassi e gli spazi a volte erano troppo stretti”, concorda Lise Macdonald, che presiede l’istituto dalla primavera.

Senza liberarsene «Casanova», che sarà ristrutturata e continuerà ad ospitare le lezioni, la scuola ha un nuovo spazio dal 13 giugno. Più grande, più luminoso e più maestoso, il luogo deve aiutarlo a compiere la sua missione “vettore della cultura del gioiello rivolto al pubblico più vasto possibile, a partire dai 6 anni”, ricorda al presidente il tuo tono sicuro e cortese.

La prosperità della proprietaria, la casa Van Cleef & Arpels, ha permesso al personale della scuola di prendersi un po’ di tempo prima di mettere gli occhi al piano terra e al primo piano dell’Hôtel de Mercy -Argenteau, al 16 bis, boulevard Montmartre, nel 9e quartiere di Parigi. La posizione centrale, vicino al Museo Grévin, alla casa d’aste Drouot e al commercio di gemme, sembrava l’ideale. Anche la superficie è di 1.100 mq. Senza contare che l’edificio, mai aperto al pubblico (finora affittato da una compagnia assicurativa, da Esmod o dal browser Firefox), ha un passato prestigioso.

Completato nel 1778, “è sia uno dei primissimi palazzi privati ​​costruiti sui grandi viali sia uno degli ultimi conservati”, spiega lo storico dell’arte Léonard Pouy. Insegnante-ricercatore della scuola di gioielleria e incaricato di ricostruire il passato dell’edificio, ha portato alla luce così tanti archivi da produrre un libro, pubblicato a gennaio da Parigramme. “Si tratta, in sostanza, di una composizione a sei mani, tra l’architetto Firmin Perlin, il proprietario [de l’édifice], il marchese de Laborde, un ricco aristocratico che fu ghigliottinato durante la Rivoluzione, e il conte di Mercy-Argenteau che acquistò l’usufrutto e si permise di intervenire nei piani. »

Putti e boiserie ricoperte in foglia d’oro

Affacciate sulla strada, grandi sale bianche ospiteranno (d’ora in poi) mostre, workshop e convegni. I motivi delle boiserie ricoperte in foglia d’oro intrecciano ghirlande floreali, foglie di ulivo e putti. Sono accanto a falsi cammei di divinità greche, nonché allo stemma di Florimond de Mercy-Argenteau (1727-1794), ambasciatore austriaco in Francia.

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