Michel, la vittima dimenticata di Pierre Palmade, testimonia le sue ferite e le molestie mediatiche

Michel, la vittima dimenticata di Pierre Palmade, testimonia le sue ferite e le molestie mediatiche
Michel, la vittima dimenticata di Pierre Palmade, testimonia le sue ferite e le molestie mediatiche
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Editoriale La Repubblica della Senna e della Marna

Pubblicato il

22 novembre 2024 alle 11:06

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A Villiers-en-Bière, nella Senna e Marna, il terzo veicolo coinvolto in la collision con la Peugeot 3 008 di Pierre Palmade – di cui alla fine si è parlato pochissimo – era guidata da Michel G., uomo di 87 anni, parte civile nel processo. Al timone, questo discreto pensionato ha finalmente dato i suoi frutti l'unica visione completa dalla scena dell'incidente poiché gli altri occupanti non hanno visto nulla o sono affetti da amnesia post-traumatica.

Veicoli trasformati in una capote

L'automobilista al volante della sua Twingo seguiva da vicino la Renault Megane della famiglia danneggiata. “Tra i 60 e i 70 km/h” precisa. Sappiamo infatti che il conducente della Megane guidava lentamente, per precauzione, per evitare l'effetto del caos che avrebbe potuto turbare la sua passeggera incinta.

“È successo di tutto in 10 secondinon ho avuto il tempo di reagire”, precisa Michel G, assistito da Me François-Xavier Emmanuelli. Ricorda di aver visto all'improvviso il 3008 che stava arrivando di fronte, girare improvvisamente a sinistra e precipitarsi dritto verso l'auto delle vittime. Uno shock estremamente violentoinevitabile che ha trasformato il veicoli di punta. La Twingo si è poi scontrata la carcassa lussata della Megane si fermò dall'altra parte della strada.

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Un'esperienza traumatica

L'ottuagenario, residente a Perthes-en-Gâtinais, è rimasto gravemente ferito alle mani e alle gambe, al punto da riportare ancora oggi postumi. L'altro trauma che ha denunciato davanti ai giudici di Melun è stato quello di orde di giornalisti affamato di informazioni, in questo vicenda molto pubblicizzata.

Per due mesi, mentre la pressione mediatica non si era ancora attenuata, continuarono a perseguitarlo al punto da assediare la sua abitazione e seguirlo per strada quando usciva per fare la spesa. “Ho capito cosa fosse la molestia mediatica quando non volevo esprimermi prima del processo”, ha lamentato.

Jean-François CALTOT

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