Biennale di Venezia: il padiglione francese affidato a Yto Barrada nel 2026

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È un’artista molto internazionale che è stata scelta per rappresentare la Francia durante il 61e edizione della Biennale di Venezia da aprile 2026! Dopo Zineb Sedira nel 2022 e Julien Creuzet nel 2024, la scelta della giuria è ricaduta su la Franco-Marocaine Yto Barradache nasce nel 1971 a Parigi, ma vive e lavora tra New York e Tangeri.

Fotografie di giocattoli berberi collezionati da etnologi, un modello di un Marocco in cartone dove circolano minuscole automobili presidenziali, palme luminose montate su ruote, esplorazione del commercio di fossili di dinosauri veri e falsi… Facendo abilmente giocoleria con tutti i mezzi (foto, film, scultura, pittura, arte tessile, installazioni, ecc.), Yto Barrada interroga le nostre società il rapporto tra vero e falsoautenticità ed esotismo fantasticato, identità reale e fabbricata, così come i loro legami con il potere politico.

Pratiche e comunità miste

Questo artista impegnato è noto anche per aver cofondato nel 2007, nell’ex cinema Rif, il Cineteca di Tangericittà dove ha anche creato La Nave Madre – un luogo di ricerca e residenza organizzato attorno a un giardino di piante tintorie, dove ecologia, femminismo e trasmissione del know-how locale si intrecciano.

Installazione di Yto Barrada durante la prima Biennale Antartica a Ushuaïa2017

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© Manuel Meyer / APA-PictureDesk tramite AFP

Questo è il “pratica multidisciplinare” di Yto Barrada, “riunendo diverse comunità artistiche e sociali alla ricerca di una nuova utopia”, che ha fatto appello al giuria presieduta da Claire Le Restif (direttore del centro d’arte contemporanea di Ivry, Crédac) e composto, tra gli altri, da Nicolas Bourriaud, Xavier Veilhan ed Eva Nguyen Binh, presidente dell’Istituto francese.

Un “ricercatore iconoclasta, artista totale senza confini”

L’istituzione che promuove la cultura francese nel mondo e che guida il padiglione francese alla Biennale di Venezia, ha salutato un “ricercatore iconoclasta, artista totale senza frontiere” “che colleziona nuove vociinvisibile, fragile, storico o dimenticato”, ed “esplora allo stesso tempo fatti culturali, processi naturali e storie storiche » “proponendo l’idea di comunità”.

Veduta dell’ingresso del padiglione francese della Biennale di Venezia, investito da Julien Creuzet per la sua mostra “Attila cataracte […] », 2024

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© Julien Creuzet / Photo Jacopo la Forgia

Nominato per il Premio Marcel Duchamp nel 2016, l’artista è presente in molte collezioni prestigiosetra cui quelli del Centre Pompidou di Parigi, della Tate Modern di Londra, del MoMA e del Metropolitan Museum di New York. Nell’aprile 2026 la sua opera integrerà interamente il padiglione francese della Biennale di Venezia ristrutturato dopo 15 mesi di lavoro che inizierà nel gennaio 2025.

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