Esplorando contemporaneamente fatti culturali, processi naturali e storie storiche, il lavoro di Yto BARRADA presta particolare attenzione alla trasmissione del know-how locale, alla circolazione di forme estetiche e alle strategie di disobbedienza sociale. Evidenziando l’idea di comunità, parentela artistica e collaborazione con amici e familiari, spesso includono una rilettura delle avanguardie artistiche moderniste.
Yto BARRADA ha cofondato la Cinémathèque de Tanger nel 2006. Ha inoltre creato La Nave Madre [le vaisseau-mère]un centro di ricerca e residenza attorno a un giardino di piante tintorie che coltiva da dieci anni. The Mothership è un luogo di ritrovo per artisti, giardinieri e pensatori che vanta un approccio femminista, ecologico e giocoso alla creazione e alla trasmissione della conoscenza.
Il lavoro di Yto BARRADA è stato oggetto di mostre monografiche al Jeu de Paume, Parigi (2006); alla Renaissance Society, Chicago (2011); alla Tate Modern, Londra (2011); al Walker Art Center, Minneapolis, (2013); al Carré d’Art, Nîmes (2015); al Barbican Centre, Londra (2018); al MASS MoCA North Adams, Massachusetts (2021); al Museum of Modern Art, New York (2021); allo Stedelijk Museum, Amsterdam (2022); alla Kunsthalle Bielefeld, Germania (2023); a Césure – Urban Plateau nell’ambito del Festival d’Autunno (2023); al MoMA PS1, New York (2024), tra gli altri. Ha partecipato inoltre a numerose biennali, tra cui quelle di Venezia (2007, 2011), Sharjah (2011), Istanbul (2013), Marrakech (2016), Gwangju (2018) e Whitney (2022).
Le opere di Yto BARRADA fanno parte di collezioni pubbliche di tutto il mondo, in particolare quelle del Centre Pompidou (Parigi), del MoMA (New York), della Tate Modern (Londra), della Kunsthalle Basel, del Metropolitan Museum of Art (New York), Reina Sofia (Madrid), Mathaf (Doha) e Mumok (Vienna), tra gli altri.
Tra i suoi riconoscimenti, l’artista è stata nominata Artista dell’anno dal Deutsche Guggenheim nel 2011. Ha inoltre beneficiato della borsa di ricerca del Peabody Museum (Università di Harvard) nel 2013-2014, della Soros Arts Fellowship nel 2023 e ha ricevuto numerosi premi, tra cui l’Abraaj Group Art Prize nel 2015, il Roy R. Neuberger Prize nel 2019, il Mario Merz Prize e il Queen Sonja Print Award nel 2022.
È rappresentata dalla Polaris Gallery (Parigi), dalla Sfeir-Semler Gallery (Beirut, Amburgo) e dalla Pace Gallery (New York, Londra, Seul, Hong Kong, Ginevra, Los Angeles, Tokyo).