Questo venerdì 15 novembre 2024, gli studenti dell’ultimo anno dell’opzione cinema-audiovisivo (CAV) si sono recati al Festival europeo del cortometraggio di Brest. Hanno fatto parte della giuria della selezione francese e hanno dovuto scegliere insieme il film che avrebbe vinto il premio.
Questo è il terzo anno che Lorette, Clarisse, Eliot e Aedann vengono al liceo Jules-Lesven. “Ci permette di vedere film che non avremmo visto da soli. Anche se non sempre ci piace, ci permette di scoprire nuove culture, nuovi modi di vedere le cose, di filmare”, assicurano i registi in erba. “Questo è anche lo scopo di questa opzione cinema”, spiega il loro insegnante Frédéric Heuzet: si tratta soprattutto di esercizi pratici, di stare in piedi, di sperimentare. Il collegamento con la cultura accademica nasce dai suggerimenti degli studenti.
“Non usciremo di qui finché non ci sarà il fumo bianco!” »
«Cercheremo di trovare un accordo», proseguono gli studenti. Per loro, è chiaro, non si tratta di scegliere un film solo perché “ti è piaciuto”. Il film vincitore dovrà “denunciare le cause dei giovani”, essere “veramente rivolto a loro”. Anzi, “probabilmente verrà mostrato agli studenti delle scuole medie, alle superiori, ai giovani di tutte le età. Dobbiamo porci la domanda su cosa trasmetteremo”.
“À Marée Haute”, cortometraggio di Camille Fleury sul tema dell’incesto, ha lasciato il segno. Se tutti sono d’accordo sulla correttezza dell’opera e sull’importanza del soggetto, anche da parte del pubblico sorge la domanda: “È un film che può traumatizzare chi l’ha già vissuto, o lo sta vivendo”. “Non usciremo di qui finché non ci sarà il fumo bianco!” », avverte Frédéric entrando nella sala del dibattito. Senza dubbio si è trattato di una giuria ben preparata che ha compreso la complessità del dibattito che ha deliberato nel pomeriggio. Alla fine è stato il film “Adieu Émile”, di Alexis Diop, a vincere, questo sabato 16 novembre, con una menzione per “Ciò che è di César”, di Violette Gitton.