Cercavano un’oasi leggendaria, scoprirono tesori dell’età della pietra

Cercavano un’oasi leggendaria, scoprirono tesori dell’età della pietra
Cercavano un’oasi leggendaria, scoprirono tesori dell’età della pietra
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Nel 1930, mentre l’Egitto era sotto l’occupazione militare britannica, un gruppo di ufficiali, cartografi e geometri per lo più britannici si riunì nel villaggio sudanese di Wadi Halfa per condividere le loro conoscenze davanti a una birra fresca.

Nel decennio precedente, una serie di spedizioni nel vasto e ostile deserto libico scoprirono oasi precedentemente inesplorate dagli europei e le mapparono per la prima volta. Solo Zerzura, oasi leggendaria, non è stata identificata. Alla ricerca della misteriosa “oasi degli uccellini”, il cui nome deriva dall’arabo zarzar che significa storno o passero, gli esploratori uniti decisero di formare il Zerzura Clubchiamato in suo onore.

Zerzura viene menzionata per la prima volta nel 13e secolo da un amministratore provinciale che lo descrisse come un villaggio abbandonato. Poi è apparso dentro Libro delle perle nascoste (Kitab al-Kanuz) alle 15e secolo, localizzandolo in un wadi, cioè un corso d’acqua intermittente, nei pressi della cittadina di Wardabaha. Il testo suggeriva che Zerzura fosse piena di ricchezze e rivelava come un cacciatore di tesori avrebbe potuto ottenerle. Lo storico greco Erodoto menzionato nel 450 a.C. aC una città bianca piena di tesori, perduta nel deserto a ovest del Nilo. Si riferiva a Zerzura?

Al posto di questi tesori leggendari, gli esploratori di Zerzura Club hanno scoperto meraviglie di un altro tipo: migliaia di pitture rupestri risalenti all’età della pietra a Gilf al-Kabir, nel sud-ovest dell’Egitto. Questi dipinti testimoniano l’esistenza di un popolo di pastori che visse per 5.000 anni in quella che allora era una regione simile alla savana, fino a quando, 4.000 anni a.C., il cambiamento climatico trasformò la terra in un deserto.

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