CRONACA – Frédéric Schiffter si ribella al lavoro. Di quale atto.
Pubblicando a Indispensabile odio specifico del lavoro, Frédéric Schiffter ha corso un grosso rischio: quello di indurre i critici a scioperare come lui. Certamente ho letto il suo opuscolo fino alla fine perché è molto breve. Riconosciamo che leggere Schiffter non è mai stato un lavoro che giustificasse un bonus di disagio. È conciso, aspro, sempre divertente, e qui chiaramente più ottimista che nel suo Delizie cupe (2009). Possiamo anche dire che questo manuale sulla vita in ufficio è la sua opera più marxista.
Segue le orme di Diritto alla pigrizia di Paul Lafargue (1880) e Contro il lavoro da Giuseppe Rensi (1923), aggiornandoli al 21e secolo. La sua colpa principale è non spiegarmi come pago le tasse se smetto di lavorare, ma non mi interessa: ridicolizza brillantemente le nuove scoperte del capitalismo, dalle start-up ai burn-out. I passaggi più gustosi sono quelli che prendono in giro il vocabolario manageriale. La parola “scatola”…
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